'Modena, ora Mezzetti deve avviare azione di responsabilità contro i vertici di Amo, Reggianini compreso'
'Andando a spulciare i pagamenti eseguiti da Amo ne ho trovati 120 datati 28/4/2025, il giorno prima che la persona accusata dell’ammanco desse dimissioni'
Lo scandalo Amo coinvolge nel profondo il sistema politico modenese. Al di là delle responsabilità della singola dipendente, la vicenda vede protagoniste figure apicali Pd. Oggi Stefano Reggianini pensa abbia la autorevolezza per restare alla guida del primo partito in provincia che esprime le principali giunte dei Comuni soci di Amo?
'E’ una questione che riguarda il Pd; certamente lo scandalo Amo non ne favorisce l’immagine e fare il pesce in barile su una questione etico-morale così evidente conferma una insospettabile debolezza interna. Sono ruoli politici che richiedono cavalieri senza paura e senza macchia e quella di Amo è una macchia indelebile. Un ex amministratore unico coinvolto in uno scandalo le cui eventuali responsabilità verranno accertate dalla magistratura, ma che sicuramente ha una immensa responsabilità politica dell’accaduto non mi sembra corrispondere al profilo di quel ruolo'.
Il sindaco Mezzetti ha chiesto un reset dei vertici Amo. Alla luce di questo, dal suo osservatorio quanto è profonda la frattura tra giunta e Pd?
'Pienamente d’accordo con il sindaco sulla necessità di un pronto reset della governance e le dirò di più, anche con le parole del Direttore generale del Comune, Minganti che visto che i controlli previsti non sono riusciti a prevenire un danno servono “controlli aggiuntivi oltre quelli imposti dalla legge e un sistema di vigilanza più robusto e più presente”. Come consigliere comunale sono pronta a collaborare. La frattura fra sindaco e Pd è stata messa in evidenza dalla forte agitazione dei consiglieri “piddini,” aggravata dalla scompostezza verbale di una consigliera verso quelli di FdI, nella seduta del Consiglio comunale che trattava dello scandalo Amo. Dire quanto profonda, meglio aspettare di vedere cosa succede nel prossimo futuro, sperando che il Pd rinvenga e dica qualcosa. Certo la forte presa di posizione del primo cittadino è almeno in parte causa dello sconcerto, del mutismo che sembra aver posseduto il Pd'.
Che idea si è fatta sulla vicenda in sè e sull’ammanco da 500mila euro?
'Dai giornali e da quanto ci è stato detto si ha l’immagine di uno scandalo che va oltre il semplice confine di Amo, mette in dubbio tutto l’impianto delle partecipate, il sistema di controllo da parte del Comune, la debolezza implicita nelle nomine dei vertici amministrativi che, guarda caso anziché a merito e competenza fanno costante riferimento all’appartenenza politica al Pd e soprattutto l’intero arrogante sistema di potere modenese creato in questi anni dal Pd'.
E’ credibile a sua avviso la tesi di Amo che indica come unica responsabile una dipendente?
'Nell’era digitale dai controlli bancari incrociati e ineludibili è possibile che tutto l’impianto protrattosi per sei anni sia stata opera di una sola dipendente con compiti esecutivi? Chi può fare un bonifico o usare una carta di credito, senza l’autorizzazione del titolare dei medesimi? Me lo chiedo. Difficile da credere, sono convinta che il caso Amo ci darà presto nuove sorprese e me lo fa dire la scomparsa da internet dal 1 luglio dei bilanci e i tanti omissis in risposta da parte del sindaco-assessore a domande scritte puntuali del consigliere Rossini di FdI. A me è capitata una cosa curiosa andando a spulciare i pagamenti eseguiti nel 2025 da Amo. Ne ho trovati 120 tutti datati 28/4/2025, il giorno prima che la persona accusata dell’ammanco desse le dimissioni, inoltre tra questi uno di 3050 euro aveva per beneficiario Rulli Frulli Lab e Causale Manutenzione depositi. Io ho sempre pensato che Rulli e Frulli lab avesse scopi di diffondere la cultura musicale e non capisco cosa c’azzecchi con Amo, salvo naturalmente che non si tratti di una omonimia. Se così non fosse mi sembrerebbe un’altra anomalia del sistema delle partecipate da indagare a fondo soprattutto per contrastare le accuse di essere dei bancomat a disposizione del potere'.
Vito Rosati, revisore unico di Amo, è un professionista che appare nelle società di controllo di diversi enti della galassia di potere locale. Come giudica questi molteplici incarichi?
'Sono degli intrichi di cariche, sovrapposizioni sicuramente poco limpide, in particolare poi che il revisore unico di una partecipata sia revisore del partito che governa Modena da 80 anni mi sembra una forma di arroganza e di mancanza di rispetto verso i cittadini da ambo le parti inusitata. Solo a Modena il sistema di potere si permette questo ed altro. Ed è anche qui che il sindaco Mezzetti, che conosce perfettamente la macchina del potere modenese e le sue forzature, dovrebbe calare la clava con lo stesso decisionismo dimostrato verso Amo, sarebbe una forma di prevenzione anzichè aspettare ad intervenire candidamente quando il malaffare viene scoperto'.
La giunta a sua avviso dovrà procedere con una azione di responsabilità contro i vertici di Amo e quindi contro Reggianini stesso che è capo del partito che sostiene la maggioranza?
'Lo ritengo suo preciso dovere politico e etico. Certamente se qualche amministratore avesse tradito il dovere fiduciario e professionale di agire nell’interesse dalla società e dei soci pubblici dovrà essere chiamato anche a risarcire il danno economico, che non deve assolutamente ricadere sui cittadini modenesi'.
Cosa pensa della nomina di Andrea Bosi come amministratore unico? L’ente andava commissariato?
'Tutto il rispetto per Bosi, che ho conosciuto solo come consigliere, ma ho già espresso la mia opinione in Consiglio comunale dichiarandomi insoddisfatta della risposta del sindaco e della nomina del nuovo amministratore unico di Amo per il quale avevo richiesto l’immediato commissariamento. Ho citato anche pubblicamente il mio caso, quando fui travolta dalla tempesta mediatica che seguì alle denunce del Codacons e degli Amici del cuore, io fui sospesa dalle mie funzioni di direttore della Cardiologia, del Dipartimento di Emergenza Urgenza di Direttore della Scuola di Specialità, e la Cardiologia del Policlinico fu commissariata e affidata al primario di Cardiologia di Baggiovara. Policlinico e Baggiovara erano, e sono, equivalenti a due enti indipendenti. Correva il 2011 e io sono stata arrestata a fine 2012 Non commissariare Amo svaluta l’accaduto e allontana i tempi in cui verrà fatta chiarezza. Questa operazione la può fare solo una parte terza, indipendente, un commissario, come la gravità della situazione avrebbe richiesto. Dovremo rassegnarci ed aspettare le lungaggini dei tribunali per avere qualcosa di certo su cui agire. La mia delusione poggia su un film già visto, perchè un provvedimento analogo di sostituzione di un presidente ricalca quello che fece il precedente sindaco Muzzarelli nel 2018 per lo scandalo della Fondazione San Filippo Neri. In quel caso, oltre a diverse gravi disfunzioni interne, era stata inventata perfino “un’associazione interna, denominata San Filippo Neri International, a cui venivano versati migliaia di euro annui, composta da membri del personale”. E di quello scandalo non si seppe più niente. E poi a dirla francamente, qualcuno a Modena è davvero convinto che questa volta presidente uscente e direttore “uscito” verranno inquisiti da un direttore entrante, tutti appartenenti alla stessa famiglia politica?'
Giuseppe Leonelli
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