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'Care democratiche e cari democratici, i congressi locali del Pd devono essere l’occasione per riannodare i fili con la società e imprimere una spinta alla nostra azione di governo'. Inizia così la lettera che il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli ha inviato oggi agli iscritti Pd in vista dei Congressi Dem.
Una lettera dalla quale trapela tutto il desiderio di Muzzarelli di ufficializzare la sua definitiva conversione a Renzi.
'Guardiamo in faccia la realtà con coraggio e onestà. Abbiamo perso il referendum e le elezioni amministrative.
A Modena, nelle ultime tornate elettorali, la destra ci ha battuto a Finale Emilia, Pavullo, Vignola e Novi. C’è chi sostiene che si tratti solo di fatti amministrativi e di errori locali. Altri sostengono che gli insuccessi discendano dalle politiche nazionali. Hanno torto entrambi gli schieramenti: in politica tutto si tiene.
Le divisioni a sinistra non sono soltanto un problema di ceto politico: si ripercuotono ovunque, disorientano e sfiduciano gli elettori. I giudizi e i veti di una parte della sinistra scarica sul PD e sul suo segretario sono inaccettabili - scrive Muzzarelli -. Per questo io mi auguro che i congressi modenesi e i candidati che si presenteranno saranno capaci di promuovere squadre aperte di dirigenti a tutti i livelli e di concentrare l’attenzione su tre temi a mio modo di vedere fondamentali per il profilo del PD e per il centrosinistra: il lavoro, l’immigrazione e il ruolo delle autonomie locali.
La disoccupazione a Modena è in discesa, ma non basta. Ci vuole una spinta in più, da Bruxelles e da Roma. E a livello locale dobbiamo insistere sulla ricerca, l’ICT, le semplificazioni burocratiche.
Allo stesso tempo dobbiamo riportare l’attenzione sui diritti dei lavoratori, riprendere il dialogo con le organizzazioni sindacali, premere per l’applicazione dei contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti, contro il precariato. L’immigrazione non si può identificare con l’illegalità e l’insicurezza. Tuttavia le destre e ora anche il Movimento Cinque Stelle giocano su questo crinale difficile, soffiano sulle paure, propongono scorciatoie accattivanti quanto illusorie. Dunque occorre riposizionare il PD, come sta facendo Matteo Renzi, richiamando l’Europa al rispetto dei suoi principi, aiutando i Paesi in crisi, regolando i flussi, senza arretrare di un millimetro sui diritti umani e la solidarietà. Anzi, conducendo in porto la legge sullo “ius soli et culturae” e richiamando al dovere gli enti e i territori recalcitranti di fronte all’accoglienza e all’integrazione'.
La situazione modenese
Ma al di là delle parole renziane e agostane di Muzzarelli (che ovviamente si riferisce al contesto bolognese dove la polemica è aperta), la realtà modenese in vista del congresso è nota e il futuro ha ben poco di 'rottamazione'. Muzzarelli è da sempre in rotta con i richettiani interni alla giunta (Ludovica Ferrari su tutti) mentre tollera i più innocui democristian-malettiani (guidati dal duo di finti-amici-tra-loro Boschini e Maletti). Il gruppo Pd è diviso in due e i cattolici hanno ormai rinunciato al cambio di capogruppo, nonostante abbiano i numeri per pretenderlo.
In questo quadro si va al congresso di novembre nel quale il Pd dovrà scegliere il successore della Bursi. Muzzarelli, nonostante la sua verve renziana, sosterrà quasi certamente il candidato di bandiera ex Ds (sia esso Leonardo Pastore o Andrea Bortolamasi) mentre la svolta vera targata Gianni Gargano (renziano della prima ora) difficilmente verrà presa in considerazione.
Leo