“In rianimazione è successo un disastro, uso le parole dei professionisti sul posto. Quello che dovrebbe essere il reparto top per sicurezza e asetticità di ogni ospedale, è stato in parte inutilizzabile, col pavimento coperto da strofinacci e lenzuola usate per assorbire l’acqua. Una scena desolante che è pure la polaroid perfetta della nostra sanità in ginocchio”, spiega Ferrara. Le telefonate di infermieri, oss e pure medici sono continue. Molte accomunate da una miscela di rabbia e delusione. “I problemi idraulici, le perdite d’acqua non sono nate in una notte. In questo ospedale sono una storia lunga, sempre segnalata alla struttura tecnica di Ausl e che ormai è divenuta insostenibile. Chiediamo di mettere il turbo a tutti gli interventi di bonifica e ripristino ”, prosegue il sindacalista.
La sala operatoria e la sala sterile da anni presentano problemi di infiltrazioni e perdite d’acqua. Dentro al reparto di endoscopia (al primo piano), uno dei lavandini nella sala adibita alla pulizia e disinfezione del materiale non è assolutamente adeguato, perde acqua, è pieno di muffa. Lo scorso luglio arrivò una segnalazione scritta ad Ausl, con tanto di foto, nella quale si evidenziava il pericolo di “contaminazione delle pareti e del pavimento con materiale biologico”. Cinque mesi dopo il problema non è stato risolto, i macchinari di endoscopia continuano a bloccarsi a causa delle perdite d’acqua. Perdite che poco tempo fa hanno causato pure una caduta a terra di una operatrice sanitaria.
“Ha del clamoroso quello che accade nella sala adibita alla sterilizzazione della strumentazione chirurgica e delle sale operatorie, che dal 15 novembre funziona anche a servizio dell’ospedale di Mirandola e Castelfranco.
Un analogo e pesante problema di infiltrazioni è segnalato da Cisl Fp anche nei locali adibiti a spogliatoio.
Infine, Cisl Fp vuole evidenziare anche la necessità di tenere insieme i lavori di ripristino e di messa in sicurezza con la protezione delle persone e dei pazienti. Il 6 novembre scorso, infatti, i lavori eseguiti sul tetto, in corrispondenza del blocco operatorio B, hanno prodotto esalazioni dovute a prodotti chimici utilizzati nel corso dell’intervento. Alcuni lavoratori si sono rivolti al pronto soccorso, segnalando affanno respiratorio, tachicardia, cerchi alla testa e astenia. In base a quanto è stato segnalato, il personale medico e infermieristico è stato semplicemente invitato a proseguire l'attività chirurgica.“Il quadro d’insieme che emerge dall’ospedale di Carpi è evidentemente critico e gravissimo. Occorre intervenire con urgenza e seguendo un principio sacrosanto: tutelare la salute, prima di tutto. La salute dei cittadini pazienti e di tutto il personale che ogni giorno dà il massimo e non merita di lavorare in queste condizioni”, chiosa Ferrara.


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