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'I modenesi osservandone il degrado attuale ricordano certamente con nostalgia il Parco delle Rimembranze dei tempi migliori, parco che nel corso della bella stagione era diventato un punto di ritrovo quasi obbligatorio ed era percorso ai suoi margini da una moltitudine di persone che amava sostare nei chioschi e nei tavoli all’aperto. Il degrado attuale (basti pensare agli spacciatori e ai balordi che stazionano nell’area attigua al Teatro Storchi) non è tuttavia stato determinato solo dalla “crisi” o dai “tempi che cambiano”, ma dall’assenza di una seria politica di valorizzazione dei luoghi storici di Modena da parte dell’amministrazione comunale'. Così in una nota Antonio Baldini (nella foto) e Stefano Soranna della Lega di Modena.
'Come è noto difatti il programma comunale di “riqualificazione urbanistica” e “valorizzazione commerciale” dello storico parco nel 2014 ha dovuto fare i conti con la giustizia penale, dato che il parco è un bene tutelato da una legge dello Stato essendo destinato a ricordare i caduti modenesi della Prima guerra mondiale.
Benché i dirigenti e gli amministratori del Comune di Modena coinvolti nell’indagine siano stati assolti dal Tribunale in primo grado, negligenze o errori di valutazione dettati da supponenza e autoreferenzialità certamente sono stati commessi se non altro a livello politico/amministrativo, se è vero che almeno tre cantieri posti all’interno del parco sono rimasti sotto sequestro preventivo per ben tre anni e che il procedimento penale a quanto ci risulta non si è ancora concluso avendo la Procura appellato la sentenza di proscioglimento - continuano i due leghisti -.
Gli “incentivi” che di recente sono stati deliberati dalla Giunta Muzzarelli solo in minima parte possono compensare i danni da mancato guadagno patiti dai titolari degli esercizi pubblici: anziché attendere il verdetto del giudice penale l’amministrazione avrebbe a nostro parere potuto attivarsi per ottenere la revoca anticipata dei sequestri senza rimanere ancorata al progetto inizialmente approvato che, come tutti possono osservare, contempla delle antiestetiche strutture in cemento armato di importanti dimensioni ancorate al suolo – anziché strutture rimovibili di più piccole dimensioni e/o di altro materiale (ad esempio in legno), come pure era stato suggerito a suo tempo – che se non ridimensionate rischiano di snaturare quella prestigiosa zona verde della città. Ad oggi, a quasi dieci mesi dalla pronuncia del Tribunale che raccomanda la presenza dei chioschi nel Parco perché innegabilmente “funzionale a garantirne decoro e maggiore sicurezza”, la situazione di bruttura e degrado è rimasta immutata dato che nessun cantiere ha ripreso a funzionare; né le strutture in cemento armato sono state demolite o ridimensionate. Temiamo pertanto che i modenesi dovranno rassegnarsi a vivere un’altra estate ricordando la bellezza e la funzionalità di quello che fu il Parco delle Rimembranze'.
Redazione Pressa
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