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Tutta Italia, a partire dal Presidente della Repubblica Mattarella, oggi ricorda Marco Biagi, e quel 19 marzo di 19 anni fa, quando il docente Unimore (insegnava diritto del lavoro nell'ateneo modenese), giuslavorista, venne barbaramente ucciso dai terroristi appartenenti alle nuove brigate rosse. Era il 2002, l'anno successivo alla pubblicazione del suo 'Libro Bianco sul mercato del lavoro', uno studio innovativo che forniva un nuovo approccio al tema dei diritti del lavoro, ma all'interno di un mercato che stava già subendo trasformazioni epocali e che necessitava di nuovi modelli anche nelle relazioni industriali. Un approccio che tentava di definire, collegare e sposare concetti troppo spesso considerati in antitesi, come quello della flessibilità e dei diritti. Un lavoro che sfociò nel progetto di riforma che portava il suo nome e portato avanti, sul piano esecutivo, dall'allora governo di centro destra.
Un progetto di riforma più o meno dichiaratamente scomodo ed osteggiato per e dalla sinistra più radicale, anche sindacale, che si è perso pezzo a pezzo nei governi successivi, così come pare essersi persa gradualmente, ed incredibilmente, anche a Modena, la memoria. Di quel lavoro, di quella eredità intellettuale, di quell'uomo. Un lento abbandono della memoria, che continuò di pari passo alla graduale rimozione dai comunicati stampa, dalle note e dai discorsi ufficiali di quel nome altrettanto scomodo per chi non aveva e forse non ha ancora fatto bene i conti con certi fantasmi politici della storia: le brigate rosse o il terrorismo rosso e degli ambienti reazionari che nel 2015, impuniti, nel giorno in cui si celebrava la morte di Marco Biagi, lasciarono scritte nere contro di lui e la sua memoria sui muri dell'ateneo.
Dal 2002, anno della fondazione in suo nome, a Modena, fino all'intitolazione del nuovo dipartimento di economia, nel 2012, Marco Biagi, ogni 19 marzo, è stato celebrato. Anche davanti a quella targa che Modena gli ha intitolato insieme alla piazzetta antistante all'ingresso della Fondazione: Largo Biagi, appunto. Venne ricordato, proprio in quella Fondazione, anche con convegni nazionali ed internazionali di studio. Poi un lento declino del ricordo, fino ad oggi. Anno e giorno di incredibile svolta. Nessuna iniziativa istituzionale organizzata, nessuna nota dal Comune, né dalla Provincia. Unico memoriale locale, al di là del ricordo del presidente della Regione Bonaccini, il tradizionale convegno Unimore per addetti ai lavori, quest'anno svoltosi dal 16 a oggi, 19 marzo, in modalità online, dal titolo: “Beyond Employment: Protecting Autonomous Work”.
Un momento della celebrazione in ricordo di Biagi lo scorso anno col sindaco e il rettore: quest'anno nemmeno questa cerimonia è stata fatta.
Mentre l'Italia lo celebra, nessun ricordo a Modena, in quella Modena che doveva essere motore e benzina del suo lavoro e della sue eredità. Un giorno qualsiasi, come se la memoria (concetto forse troppo abusato e poco pesato a Modena), fosse sostituita dall'oblio. Apparentemente senza perché.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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