Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Ha destato curiosità la lunga dichiarazione politica del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli pubblicata su Facebook e sollecitata ai giornali dall'ufficio stampa del Comune.
Curiosità perchè a Modena non si voterà in autunno per le amministrative, ma lui ha colto comunque l'occasione per dichararsi soddisfatto dell'esito delle primarie del suo partito, il Pd, a Bologna e a Roma, tacendo ovviamente sui flop di votanti a Torino e sui contrasti e le spaccature verificatesi a Napoli, in Calabria, in Sicilia e altrove.
E lo ha fatto con la solita sicumera tipica della scuola comunista di un tempo, fatta di spocchia, sufficienza, ostentazione del potere, presunzione.
Da primo della classe, insomma, cui tutti debbono adeguarsi, dentro e fuori il Pd, dove infatti nessuno parla se non lui, e lo fa come sindaco e come capo del partito (come dimostra questa inattesa dichiarazione) nel silenzio più assoluto di tutti gli altri, compresa la componente ex margheritina della sua maggioranza, che non parla e non scrive e di cui i cittadini non s'avvedono della sua presenza. Eppure gli ex Dc presenti in giunta hanno il vice sindaco e alcuni assessori.
Ma Muzzarelli con questa dichiarazione indica anche l'agenda di lavoro ai dirigenti del suo partito: fare le primarie anche a Modena in vista delle amministrative del 2024 per mettere insieme le forze del centro sinistra. Senza perà fare nomi.
I grillini che un giorno si e uno no gli votano contro in consiglio comunale? I Verdi? Ma quelli li ha già aggregati al carro del vincitore con qualche assessorato, cosi come le liste civetta, quelle preparate a tavolino alla vigilia delle elezioni per accaparrarsi i voti degli indecisi e dei senza partito.
Dunque una dichiarazione inattesa perchè lontana dall'appuntamento amministrativo e parziale e mistificatoria perchè si è dimenticato di dire che a Bologna, come hanno scritto i giornali, si è aperta una seria frattura all'interno del Pd tra Lepore e Isabella Conti, il coraggioso sindaco di San Lazzaro che è andata controcorrente rispetto alle scelte dell'apparato proponendo la propria candidatura contro quella di Lepore sfidandolo su temi concreti anche se scabrosi e scomodi come quello delle “colate di cemento delle coop edificatrici ad Idice”. Ponendosi dunque di traverso rispetto al granitico apparato di potere ex diessino di Bologna. Non a caso Lepore saluta i 'compagni' col pugno chiuso... O di dire che a Roma i candidati della sinistra sono sei o sette tutti in guerra tra di loro e contrari alla candidatura imposta dai vertici del partito di Gualtieri, l'ex ministro non confermato da Draghi alla economia.
Insomma una dichiarazione estemporanea quella di Muzzarelli sull'altare della voglia di apparire, di proclamare, di essere comunque sui giornali anche se non ce n'è bisogno o non ce ne sono le esigenze e le necessità. La riproposizione stanca e stucchevole del classico teatrino della politica, quel teatrino di cui i cittadini modenesi farebbero volentieri meno.
Cesare Pradella
Cesare Pradella
Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque.. Continua >>