Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Il Comune di Modena non si è costituito parte civile nel processo cosiddetto “White list” relativo all’impresa Bianchini costruzioni di San Felice sul Panaro nonostante nei giorni scorsi il Consiglio comunale, approvando uno specifico ordine del giorno, avesse invitato l’amministrazione a valutarne l’ipotesi, dopo la verifica della fattibilità dal punto di vista giuridico. E oggi il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha spiegato in Consiglio comunale come “la decisione sia stata assunta dalla Giunta, che si è subito attivata per la verifica richiesta dal Consiglio, sulla base delle valutazioni e delle considerazioni dei tecnici secondo i quali, visti i reati per i quali gli imputati sono a processo, mancano i presupposti per la costituzione di parte civile”.
In particolare, il sindaco ha spiegato che i tecnici stessi hanno rilevato “una carenza degli elementi di astratta configurabilità del danno che avrebbe subito il Comune e la titolarità del predetto diritto”.
I tecnici insomma hanno accolto i rilievi che l'opposizione aveva fatto motivando il voto contrario a quell'odg presentato da Sinistra per Modena.
Elisa Rossini (Fdi-Pdf) aveva infatti ricordato che la richiesta di costituirsi parte civile “si effettua se il richiedente risulta parte lesa o danneggiata: in questo caso, quindi, la richiesta è fuori luogo e ideologica in senso negativo. L’Assemblea non ha gli elementi per capire se sussistano gli estremi per la procedere. Inoltre, ragionando sulle modalità di modifica del 416 bis citate nel documento, la mozione resta vaga, manca un’indicazione sulle possibili variazioni”.
“Se il Comune avesse riscontrato un danno subìto dalla città – aveva dichiarato similmente Piergiulio Giacobazzi di Forza Italia – avrebbe potuto muoversi con un atto di giunta. Attenzione ad utilizzare questo strumento, visti i molti casi di ribaltamento delle pronunce nei vari gradi di giudizio.
Non bisogna aver fretta, peraltro in alternativa esiste la richiesta di risarcimento danni successiva a un’eventuale sentenza penale”.
“Il comune di Modena non è coinvolto né ha subìto danni patrimoniali, se non in maniera eventuale e ipotetica - aveva detto Antonio Baldini della Lega -. Le azioni antimafia, necessarie per mantenere l’attenzione sull’illegalità, non devono basarsi su operazioni-spot come questo ordine del giorno”. Anche Giovanni Bertoldi aveva osservato che “non riscontriamo alcun interesse dell’Ente in questo caso. I fatti non sono avvenuti in città ma nel territorio provinciale, col coinvolgimento di soggetti non legati al Comune di Modena”. Precisando che “dalle accuse giudiziarie contestate è caduta l’aggravante mafiosa: la mozione nasconde un goffo tentativo politico di entrare in una vicenda che coinvolge il senatore Giovanardi”.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>