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Il dramma dello sfruttamento di donne avviate alla prostituzione di strada continua a rappresentare un allarme sociale in regione ed in provincia di Modena.
Spesso contornato da tragedie come quella dell’omicidio sabato scorso, della 40enne nigeriana uccisa dopo un rapporto, e il cui cadavere è stato gettato e trovato in un fosso.
Donne, soprattutto dall’est europa e della nigeria, sfruttate, schiavizzate, quelle avviate alla prostituzione di strada a Modena, gestite dalle organizzazioni che lucrano sulla tratta e sul loro sfruttamento. A loro, già dagli anni 90, sono dedicati progetti specifici di intervento, il principale si chiama ‘Oltre la strada’, progetto dedicato all’assistenza, a volte anche in strutture di accoglienza protette, per donne che escono dal vortice delle organizzazioni criminali o spontaneamente o direttamente o attraverso gruppi ed associazioni che le intercettano anche sulla strada.
Per gestirlo, nell'ultimo anno, il Comune, con risorse statali e regionali, ha afffidato il servizio alle associazioni Marta e Maria di Modena, della galassia Ceis, e l'associazione Casa delle donne contro la violenza. Per 228.000 euro.
Un approccio difficile, quello del contatto sulla strada, che spesso le donne rifiutano per paura o perché soggiogate psicologicamente e schiavizzate dalle loro organizzazioni di riferimento. Ed è proprio per limitare il fenomeno di strada e per dare una prospettiva alle vittime che riescono ad uscire dalla tratta, che il Comune di Castelfranco ha deciso di orientare la sua azione.
Nel comune che un anno fa registrò un altro brutale omicidio di una donne dell’est uccisa dopo un rapporto e gettata sulle rotaie, è stata approvata dal consiglio comunale modifica del regolamento di Polizia Urbana, che agisce sia sulla prevenzione che sulla riduzione del danno.
Da un lato vengono rese perenni ed applicabili su tutto il territorio comunale, le sanzioni pecuniarie previste per coloro che anche solo con la richiesta di informazioni dall’auto intendono accedere a prestazioni sessuali. Ma il punto che rappresenta una vera novità nei regolamenti di polizia urbana è quello che prevede che le vittime dello sfruttamento possano essere avviate a programmi di sostegno socio sanitario reinserimento psicologico e lavorativo sul territorio comunale e/o dell’Unione del Sorbara. Una opportunità che potrebbe ridare oltre che salvare una vita a chi ogni giorno la rischia, vittima dei propri sfruttatori, o come nel caso della 40 enne Benedita, dei loro clienti
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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