Punti nascita, Speranza è cauto: 'Apriremo si, ma la discussione nazionale'

Il ministro della Salute alla convention elettorale pro-Bonaccini alla Polisportiva Modena est . 'Nel patto per la salute la revisione del DM 70'

Dal diritto universale e sancito in costituzione alla salute alla discussione sui punti nascita. E’ la sanità l’argomento scelto dal comitato elettorale a supporto di Stefano Bonaccini che ieri sera ha riunito tutte le liste della coalizione in suo supporto nell’incontro pubblico organizzato alla polisportiva Modena est sul tema della sanità e sulle prospettive del modello emiliano. Sala gremita (circa 700 le persone presenti), per il ministro, (introdotto dall'intervento del sindaco, dall'appello al voto per Bonaccini della presentatrice che si presenta come giornalista della Gazzetta di Modena, e seguito dal presidente Bonaccini), pronto, anzi, arrivato da Roma ('Scusate se non mi avete visto spesso in giro ma ho preferito stare a Roma a lavorare al Ministero' - dice) a difendere il modello emiliano di sanità. In platea ci sono anche volti noti, primari, defilato ma presente, il Direttore Generale Ausl, il Presidente di Seta ed il presidente regionale Avis.
Speranza difende il modello emiliano, ricorda i due miliardi di investimenti sul fondo sanità e i due miliardi per le infrastrutture sanitarie, oltre all’abolizione del superticket, 'già realtà in Emilia-Romagna' sottolinea Bonaccini. Sanità, appunto, tema sul quale la discussione si è concentrata, nelle ultime settimane, sull’impatto della riorganizzazione della rete ospedaliera sui centri della provincia e, negli ultimi giorni, sul tema dei punti nascita. Ed in particolare di quelli chiusi e della possibilità (mai contemplata ed ipotizzata a livello governativo regionale e nazionale), di riaprirli. Oggi la scelta di chiudere quelli montani, da sempre difesa e giudicata improrogabile dall’amministrazione regionale, viene messa in discussione dalla possibile rivisitazione di un decreto del 2015, il DM 70, (a firma del Ministro Lorenzin), che aveva posto le condizioni per la chiusura
'Nel patto per la salute sottoscritto dal Governo, e da tutte le Regioni italiane, alla scheda 15 si prevede una revisione del Dm 70, che al suo interno disciplina anche la questione dei punti nascita. Penso che dobbiamo ascoltare questo grido che arriva soprattutto dalle aree interne, che- riconosce il ministro di Articolo 1- sono davvero fondamentali. È chiaro che la tutela e la sicurezza della mamme e del nascituro è sempre la prima cosa, ma questo grido va ascoltato con la massima attenzione e noi lo faremo“.
Sulla riapertura di queste strutture, dibattito che in Emilia-Romagna ha riguardato in questi anni Porretta Terme, Pavullo e Castelnovo né Monti in particolare, rimarca quindi il ministro rimandando all’impianto del decreto 70: “Lo ribadisco, la scheda 15 del patto per la salute approvato poche settimane fa e sottoscritto da tutte le Regioni e dal Governo prevede una ridiscussione, a ormai quasi cinque anni di distanza, sul Dm 70, che è un testo approvato nel 2015. È passato un tempo congruo, quindi, e dentro quella discussione bisognerà verificare anche la questione dei punti nascita. Penso che dobbiamo ascoltare con attenzione quello che le aree interne e montane ci dicono”, insiste il ministro'
Insomma tempi lunghi, quella di una normale discussione per definire un iter. Tempi lunghi che Bonaccini non può attendere. E a dieci giorni dal voto annuncia che il 23 gennaio, il giorno precedente alla chiusura della campagna elettorale, convocherà i sindaci dei comuni montani interessati per dare il via al processo di apertura.
“L’obiettivo dell’incontro è quello di avviare immediatamente le procedure per riaprire i punti nascita, definendo insieme i passaggi necessari”, sottolinea Bonaccini in una nota. “Dopo aver atteso inutilmente per oltre un anno di essere convocato dal precedente Governo per poter discutere di come rivedere la normativa nazionale che ha portato molte Regioni a dover chiudere alcuni punti nascita - scrive ancora Bonaccini in una nota- adesso siamo nelle condizioni di poterli riaprire, mettendo davanti a tutto la sicurezza delle mamme e dei nascituri. Come abbiamo sempre detto, infatti, la Regione è pronta a mettere a disposizione tutte le risorse professionali, organizzative ed economiche per garantire l’operatività delle strutture anche nelle aree appenniniche”.
Gi.Ga.
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