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'Il segretario del Pd Roberto Solomita parla di bombe, guerre e tensioni sui territori per l’applicazione - come annunciata mesi fa - della sospensione del reddito di cittadinanza a chi può lavorare. Termini militareschi, inusuali, che prefigurano il lancio, da parte delle sinistre, di una stagione tanto calda quanto nervosa. Non per salvare i ‘poveri’ – temo – ma le poltrone da conquistare nei tanti comuni al voto.
È bene ricordare che la revoca del reddito di cittadinanza da parte del Governo non colpisce chi ha minori, disabili nel nucleo famigliare o ha più di 60 anni, ma chi è nelle condizioni di poter lavorare e non l’ha fatto. Una bella differenza, proprio quella che corre tra l’assistenza e l’assistenzialismo di cui il nuovo PD si è fatto vessillifero.
È bene sottolineare che nessun soggetto realmente fragile viene interessato dalla sospensione che tocca invece chi avrebbe l’opportunità di lavorare e non lo fa. Soprattutto in una terra come la nostra, in cui le aziende e le attività sono in fermento è veramente difficile pensare che non si siano trovate opportunità in questi anni. La nostra Carta Costituzionale si fonda sul lavoro non sul reddito di cittadinanza'. A parlare è il capogruppo di Forza Italia in provincia di Modena Antonio Platis.
'A proposito delle contradizioni interne al partito di Solomita, a settembre 2020, non Forza Italia, ma il Presidente della Regione Stefano Bonaccini fece questo esempio: «Una mamma e un papà guardano la tv al pomeriggio con i figli sul divano: ma lo fanno non perché lo vogliono, ma perché non lavorano», ha provato a spiegare Bonaccini che «la politica dovrebbe avere il compito di dare loro un assegno per poco tempo e poi farli alzare da quel divano, farli uscire di casa e farli andare a lavorare, perché è il lavoro che dà dignità, non un assegno». Nel disperato tentativo di attaccare il centro destra, il Pd dice tutto e il contrario di tutto. Forse pensano di risolvere i problemi dei disoccupati con corsi di armocromia' - chiude Platis.
Redazione Pressa
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