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Regionali, la leghista, nipote di un partigiano, terrorizza Bonaccini

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In una Lega che se ne frega dei rapporti con gli alleati e che sceglie i candidati col metro della fedeltà, il profilo della Borgonzoni appare in controtendenza


Regionali, la leghista, nipote di un partigiano, terrorizza Bonaccini
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Che fosse lei l'avversario più probabile Stefano Bonaccini l'aveva capito da tempo. Da tempo la leghista Lucia Borgonzoni era finita nel mirino del presidente della Regione che l'aveva attaccata ripetutamente anche per quella infelice battuta sul 'non aver letto un libro da tre anni' che, certo, detto dal Sottosegretario ai Beni culturali appare surreale, anche se sarebbe interessante sapere quanti libri all'anno legge Bonaccini...

L'aveva comunque capito Bonaccini che la Borgonzoni avrebbe tormentato i suoi sogni di riconferma in viale Aldo Moro e dopo le dichiarazioni di ieri di Salvini ne ha la certezza. 42 anni, senatrice, laureata alla Accademia Belle Arti (Bonaccini, a proposito di libri letti, non è laureato), con un padre che odia la Lega e nipote di un partigiano, il noto pittore Aldo Borgonzoni, Lucia Borgonzoni è stata consigliere comunale a Bologna.

Famoso l'episodio che la vide vittima di una aggressione al campo rom e che fu trampolino mediatico per la sua candidatura a sindaco contro il Pd di Merola.
In fondo in una Lega che se ne frega dei rapporti con gli alleati (Forza Italia e Fratelli d'Italia comunque subalterni e servili accetteranno qualsiasi candidatura imposta dal Carroccio), che fa della caccia all'immigrato il suo unico Verbo e che sceglie i candidati con il metro della fedeltà e della plasmabilità (basti pensare alla scelta a Modena di Stefano Prampolini), il profilo della Borgonzoni appare come un dato in controtendenza.

Contro questa donna attenta al look e dal sorriso che sfodera con generosità in ogni foto, Stefano Bonaccini rischia davvero tanto. Anche perchè il campo che Bonaccini, appena reinventatosi a 52 anni con un look alla Gianluca Vacchi, pare aver scelto per sfidarla è proprio quella più congeniale alla sua avversaria.

Quello della immagine. In una politica sempre più legata ai tweet e all'apparenza, con i partiti (tutti) incapaci di disegnare un modello di società, le prossime elezioni si giocheranno certamente sulla figura dei due candidati. E' successo a Modena, dove Prampolini era evidentemente l'uomo sbagliato da contrapporre a Muzzarelli, ed accadrà a Bologna. E, almeno dal punto di vista della immagine, contro il sorriso acqua e sapone della Borgonzoni i nuovi occhiali a goccia di Bonaccini appaiono davvero poca cosa.

Ma ovviamente l'immagine e i tagli del nastro (dei quali Bonaccini pare ossessionato) sono solo un aspetto della strategia dell'ex assessore di Campogalliano evidentemente terrorizzato di perdere e di passare alla storia come il primo presidente di Regione sconfitto in Emilia Romagna. L'altra partita (quella vera) si gioca tutta sul piano del Sistema-Emilia, delle alleanze con i civici (a partire da Pizzarotti che però garantità solo consensi parmensi) e delle garanzie offerte ai (soliti) mondi economici. Su questo Bonaccini è forte e lo sa e - come sempre - la ricerca del bene comune dei cittadini poco o nulla ha che fare con queste dinamiche. Insomma, il teatro della campagna elettorale è aperto. Senza ovviamente trascurare gli apparenti dettagli, come la scelta della data del voto. Una data per Bonaccini da rinviare il più possibile, a gennaio 2020 e oltre se si potesse, con la speranza che la Lega e Salvini possano smettere di guadagnare consensi a livello nazionale.

Leo

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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