Vignali ha sottolineato che la Regione, nel tentativo di alleggerire i Pronto Soccorso dai pazienti meno gravi, ha creato i CAU, strutture per urgenze di bassa complessità. Tuttavia, fin dall'inizio, sono emersi errori significativi: i primi centri sono stati aperti per sostituire i punti di primo soccorso nelle province, e solo successivamente sono stati realizzati nei pressi dei grandi Pronto Soccorso.
Il sistema di triage telefonico previsto non è mai stato attivato, e i pazienti non gravi che si presentano al Pronto Soccorso non possono essere indirizzati ai CAU, mentre i pazienti gravi che arrivano ai CAU devono essere trasportati in ambulanza al Pronto Soccorso appropriato.Vignali ha criticato la duplicazione dei servizi e l'impiego di personale aggiuntivo, che non ha alleggerito i Pronto Soccorso ma ha ridotto l'emergenza-urgenza nei territori più distanti dai grandi centri.
Valentina Castaldini ha aggiunto che i CAU sono inefficaci e che servono risposte rapide per i territori complessi. Ha evidenziato che i dati relativi agli ingressi ai CAU mostrano un aumento del carico sul servizio pubblico per i motivi sbagliati, con troppi pazienti che evitano il medico di famiglia e si riversano nei CAU, saturando il sistema.
Nel libro dei sogni dalla sinistra, - ricorda l’azzurro - il paziente doveva rivolgersi ad un triage telefonico con il “mitico” numero 116117 (annunciato, ma mai attivato) e poi essere smistato al Cau o al PS a seconda della gravità. Invece non è andata così.
Un vero e proprio giro dell’oca che ha portato alla duplicazione di servizi e, di fatto, non ha alleggerito i pronto soccorsi, ma impiegato molto più personale e ridotto l’emergenza-urgenza nei territori più distanti dai grandi centri.
Valentina Castaldini ha chiesto chiarezza sulla sorte dei Pronto Soccorso trasformati in CAU e sulla strada che la politica intende percorrere nella regione nel breve e lungo periodo. Ha sottolineato la necessità di rimodulare il lavoro sui CAU e di rivedere il sistema di triage telefonico.
Entrambi i consiglieri hanno concluso che la gestione attuale non ha tenuto conto delle reali esigenze dei cittadini e delle complessità del sistema sanitario regionale, e hanno invocato un cambio di passo deciso e un confronto costruttivo con tutti gli attori coinvolti per evitare ulteriori affanni al servizio pubblico.