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Non voleva essere un attacco alla politica locale (lo hanno detto e ribadito più volte), ma alla fine a Modena la giunta è riuscita nell'impresa di trasformare la piazza pacifica e composta di ieri sera, piena di ristoratori disperati e piegati dal nuovo Dpcm, in una piazza anche contro l'amministrazione Muzzarelli. Ed è stata propria la giunta modenese, dopo il vertice di ieri mattina con Guerzoni, Bosi e la Ferrari, a spingere i ristoratori contro se stessa.
'Abbiamo accolto con piacere la dissociazione esplicita da parte dei partecipanti all’incontro da ogni manifestazione pubblica di protesta che possa alimentare tensioni sociali, dare spazio a iniziative di violenza o creare situazioni di assembramento o di pericolo di esposizione al contagio' - ha scritto ieri infatti sui social il sindaco Muzzarelli commentando l'incontro in mattinata (qui l'articolo), al quale era assente, con i (pochi) ristoratori che avevano rinunciato a scendere in piazza (qui l'articolo).
Un modo per bocciare ogni manifestazione, per addomesticare il dissenso a prescindere. Dividendo e tentando di imperare, vecchia e collaudata strategia del Sistema Modena.
Ma stavolta la strategia non ha funzionato. Stavolta la piazza pacifica di ieri sera (qui l'articolo) ha dato una lezione alla giunta Muzzarelli. Nulla a che vedere con gli scontri di Napoli, Milano o Torino. A Modena i ristoratori hanno dimostrato che non vi era nulla di preoccupante e che quella protesta annunciata era solo un grido d'aiuto. Un grido che la giunta di Modena non ha voluto nè saputo comprendere, mescolando tutto, la protesta incivile e violenta con la legittima disperazione dei lavoratori composti e desiderosi solo di ascolto. Chiudendosi arroccata tra le mura del palazzo, ascoltando solo pochi ristoratori e chiudendo occhi e orecchie davanti agli altri.
Una distinzione compresa invece in modo astuto da Stefano Bonaccini che ieri sera, intervistato al Tg3, da una parte è tornato a prendere le distanze dal premier Conte ('era meglio chiudere i centri commerciali al sabato e domenica, dove si affolla tanta gente, piuttosto che chiudere i ristoranti o i teatri, i cinema, le palestre che rispettavano le regole'), dall'altro ha teso la mano e bendetto le manifestazioni dei ristoratori chiedendo al Governo 'di ascoltare nelle prossime ore una protesta civile, senza tollerare chi strumentalizza la rabbia, e di provare a valutare se qualche correzione ci potrà essere nei prossimi giorni. Il confronto ci vuole sempre'.
E così, nella immagine superficiale che ne esce, Bonaccini finisce per essere il Governatore 'buono' e Muzzarelli il sindaco 'cattivo' che sa usare solo gli strumenti desueti della vecchia politica. Un errore, quello del sindaco, che i ristoratori e la piazza di ieri hanno compreso benissimo.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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