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'La Conferenza dei Servizi per il Polo Sant’Agostino ha lavorato per nove mesi e avrebbe dovuto concludersi con un accordo di programma di approvazione del progetto edilizio rivisto e aggiornato. Risulta invece che ne sia uscito solo un parere favorevole alla modifica del piano urbanistico che sarà proposta al Consiglio Comunale, mentre moltissimo manca ancora per arrivare all’approvazione del progetto, infatti manca addirittura lo stesso progetto'. Così in una nota i portavoce dell'associazione 'Gli Amici del Sant'Agostino' Elio Tavilla (il professore universitario, ex candidato per Potere al Popolo) e Rossella Ruggeri.
'L'oggetto della Conferenza dei Servizi consiste nel progetto edilizio definitivo, e la modifica alla disciplina urbanistica sarebbe una conseguenza della sua approvazione, non la sua premessa. Quindi, se non si è giunti alla definitiva approvazione del progetto, non si vede come il parere favorevole alla modifica del Piano urbanistico possa avere ora valore e significato concreto.
Rispetto al progetto edilizio preliminare presentato alla Conferenza, il parere della Soprintendenza pone limitazioni rilevanti. Stando al comunicato stampa del Comune sono prescritte 'indagini di natura archeologica (in relazione alla possibile presenza delle mura basso medievali) e di natura stratigrafica sulle strutture ottocentesche di due immobili di cui andrebbe evitata la totale demolizione: l’ex Istituto Pediatrico, già Antico Ospedale, poi Sala Celtica e l’Istituto Clinico Dermo-Sifilopatico.' Si tratta di corpi edilizi importanti che il progetto preliminare intenderebbe demolire, e di cui invece le ulteriori indagini da compiersi potrebbero imporre la conservazione. Inoltre, le preesistenze archeologiche potrebbero escludere la realizzabilità del grande spazio interrato per gli impianti tecnici - chiudono gli Amici del Sant'Agostino -. Siamo perciò in una fase ancora molto interlocutoria e non pare che ci sia alcun avanzamento da festeggiare perché si prevedono ulteriori ritardi per i tempi di attuazione del progetto che oggi si impongono per rimediare alle omissioni originarie e successive.
Anche il progetto culturale non registra risultati migliori, con il deludente avvio dell’attività della Fondazione Modena Arti Visive, e il mancato obiettivo, all’interno del Palazzo dei Musei, di un piano realmente condiviso tra Istituti statali e comunali. Infatti, si parla addirittura di due reception distinte per i visitatori, entrambe al piano terra. Ipotesi che decreta un insuccesso clamoroso perché proprio nella razionalizzazione e condivisione dei servizi offerti al pubblico doveva consistere il primo - e più ovvio - livello di integrazione tra gli Istituti. Un ostacolo alla partenza non fa certamente presagire alcun positivo sviluppo futuro. La città attende, con viva preoccupazione per il ritardo, e non si lascia ingannare dall’enfasi con la quale vengono comunicati presunti risultati che sembrano invece voler nascondere sostanziali insuccessi'.
Redazione Pressa
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