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'Il medico che, in una intervista su un importante quotidiano nazionale, afferma che il Covid-19 non è la peste, sminuendone la pericolosità, per me deve fare una cosa: cambiare mestiere. Subito'.
Questa l'affermazione pubblicata sui social dal presidente della Regione Stefano Bonaccini. Il riferimento (anche se Bonaccini non cita nè il giornale nè il nome del medico) è a una intervista doppia pubblicata oggi su La Repubblica a due medici, uno pro vax (Monica Carfora, medico di pronto soccorso al Santo Spirito di Roma) e uno scettico (Mariano Amici, della Asl Roma 6 di Ardea).
'La mia esperienza - afferma Amici nella intervista a Repubblica a firma di Paolo di Paolo - dice che in tutti questi mesi, tra i pazienti del gruppo di medici che coordino ad Ardea, non abbiamo avuto vittime, né abbiamo ricoverato alcun paziente positivo al tampone.
E noi assistiamo un bacino di oltre seimila pazienti. Questo dimostra che, nel più dei casi, la malattia si può curare a casa, prevenendo le complicazioni importanti. Non è la peste'. E sui vaccini si mostra cauto: 'Io non do mai un’indicazione generica contro la vaccinazione, ma faccio leggere con attenzione ciò che dice la stessa casa farmaceutica, invito a conoscere tutti gli effetti collaterali e ad osservare, dopo l’inoculazione, un periodo di quarantena. Dopo il vaccino, si è più esposti. Osservano la quarantena i militari, che sono soggetti giovani e sani, quando sono diretti in aree geografiche che richiedono vaccinazioni, e ci disinteressiamo di questo dato per pazienti molto più fragili?'
Parole che per Bonaccini dovrebbero indurre Amici a cambiare subito lavoro, affermando quindi implicitamente che il Covid è come la Peste.
G.Leo.
Redazione Pressa
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