Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Un appello all'unità del partito, che non vuol dire candidature unitarie a tutti i costi, per affrontare i prossimi congressi territoriali a cui seguiranno poco dopo le elezioni politiche. Lo ha lanciato ieri sera il segretario regionale del Pd Paolo Calvano, intervenuto con il responsabille nazionale dell'organizzazione Andrea Rossi alla festa del Pd di Modena, per un incontro con i segretari dei circoli locali coordinato da quello dell'Unione provinciale Lucia Bursi. 'Non mi sfugge il fatto- spiega Calvano- che stiamo affrontando una fase congressuale prima delle elezioni politiche, quindi il rischio di una conflittualita' ancora piu' accentuata c'è'. E invece, 'proprio per questo dobbiamo avere la forza di essere un partito che affronta questa fase nel modo più unitario possibile', aggiunge Calvano. Il segretario puntualizza poi: 'Non dico che bisogna fare per forza in ogni congresso, ad ogni livello, delle candidature di carattere unitario.
Io sono uno di quelli che le auspica e ci lavora perchè arrivino. Ma se mi accorgo che dietro c'è un finto unanimismo che determina immobilismo o che invece di trovare equilibri si fanno equilibrismi, penso che quella unità non serva'. Invece 'c'è unità vera in un partito quando non si perde il rispetto fra di noi e ci si riconosce come membri di una stessa comunità'.
Ancora, aggiunge Calvano, 'dobbiamo dirci che se ci si confronta in tre, non c'è uno che vince e due che hanno perso, ma uno che è arrivato primo. Spesso dopo i confronti si e' fatto solo finta di riconoscersi, ma dopo si fa fatica a fare comunità'. Questo, dice Calvano, 'e' un errore che non possiamo più permetterci di fare, per la tenuta del Pd e perche' alle elezioni politiche c'e' in ballo il futuro del Paese.
Per cui il lavoro per candidati unitari deve proseguire, ma la' dove non si riuscisse servirebbe questo spirito'. Inoltre, raccomanda Calvano, serve attenzione anche alle esternazioni: 'Se ho una tessera di partito ho un'enorme responsabilità e ogni cosa che dico non può essere il mio pensiero perchè parlo a nome di una comunità. Anche questa, insieme al rispetto e all'educazione è una regola che dovremmo ricordarci'. Conclude il segretario: 'Possiamo farcela e se ci riusciamo possiamo presentarci non solo come un partito che ha provato e in parte è riuscito a cambiare il Paese, ma che ha anche la credibilità per continuare a farlo'. Alla parola rispetto Andrea Rossi aggiunge quella 'persuasione', intesa come capacità 'di confrontarsi con la nostra comunita' non solo nelle piazze virtuali senza avere paura delle nostre posizioni' e il termine 'conoscenza'. Ovvero nuovi luoghi di formazione della classe politica dirigente, che 'per troppi anni e' passata solo per il partito o la pubblica amministrazione'.
Eppure, al di là degli appelli all'unità, a Modena la corsa per la segreteria provinciale Pd (con Lucia Bursi fuori dai giochi) è quantomai accessa e non mancano i colpi bassi. Giovanno Gargano è stato costretto a fare un passo indietro in nome del 'compromesso' eterno democristiano all'interno della sua corrente renziana (compromesso ricercato con forza da Matteo Richetti ma anche da Giuseppe Boschini che - nonostante le smentite - punta evidentemente alla poltrona di sindaco, alla faccia delle ambizioni di Ludovica Ferrari). In campo ora vi è la possibile candidatura di Maria Costi, ma l'impressione è che la strada che porta alla promozione di Andrea Bortolamasi (che Giancarlo Muzzarelli vorrebbe restasse segretario cittadino) è tutt'altro che chiusa.