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Scontro frontale fra Seta e sindacati. All'annuncio di nuove azioni di lotta, l'azienda dei trasporti pubblici di Modena, Reggio Emilia e Piacenza, risponde dicendo che i rappresentanti dei lavoratori chiedono cose che non possono avere. E contrattacca anche puntando il dito sul silenzio sindacale di fronte all'anomalo tasso di assenteismo degli autisti. Gia', perche' Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl autoferrotranvieri dell'Emilia-Romagna, nel braccio di ferro con Seta, insistono su 'temi pretestuosi per esercitare le ormai solite pressioni affinche' le trattative, che sono di natura aziendale, si estendano ad altri interlocutori'.
Ma nulla dicono su altre faccende. Ad esempio, rinfacciano Vanni Bulgarelli e Roberto Badalotti, rispettivamente presidente e direttore generale di Seta, le sigle tacciono sui 'dati forniti dall'azienda su numerosi aspetti della vertenza, inclusi quelli sulle assenze per malattia nel bacino modenese, dove nel primo semestre 2017 si è registrato un aumento del 70% rispetto allo stesso periodo 2016.
Su questo fenomeno perdura da parte sindacale un preoccupante silenzio'. Sommata 'ad altre forme di assenteismo, questa anomalia produce effetti negativi evidenti. In primo luogo- affermano i due manager- per i nostri autisti che, nella stragrande maggioranza dei casi, lavorano con dedizione e professionalita' anche per far fronte all'aggravio di lavoro -imprevisto, ma necessario- per garantire la continuità del servizio pubblico, nonche' ovviamente anche per gli utenti'. Ma soprattutto Bulgarelli e Badalotti, segnalano che è inutile che il sindacato insista su cose impossibili preferendo, e questo 'emerge con chiarezza', 'riproporre strumentalmente le stesse richieste gia' avanzate da anni e gia' affrontate dai diversi cda'.
Con 'rammarico, ma non stupore' per la nuova offensiva di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa, Bulgarelli e Badalotti respingono le accuse al mittente: 'Contrariamente a quanto dichiarato dai rappresentanti sindacali', Seta 'ha sempre tenuto conto delle loro richieste' e la proposta di armonizzazione contrattuale dello scorso marzo 'ne recepiva le principali istanze, ovvero mantenere le prerogative dei rispettivi contratti di provenienza'.
La Direzione aziendale, ad esempio, aveva aperto su un orario settimanale ridotto da 39 a 38 ore, ma 'a parità di salario'. Però 'le richieste sindacali avrebbero un impatto sui conti aziendali di oltre 800.000 euro l'anno, con un trend crescente' e il cda ha gia' detto che 'simili aggravi sono insostenibili' stante anche il 'maggiore costo del personale di oltre due milioni di euro' per l'applicazione del nuovo contratto nazionale senza pero' 'alcun significativo recupero di produttivita''. Nel 2017, inoltre, ai dipendenti e' arrivato un premio di produzione superiore del 25% rispetto all'anno prima.
Se dunque i sindacati prevedono nuovi 'venti di guerra', Seta ora fa spallucce: 'E' quindi del tutto strumentale e pretestuosa la minaccia di ulteriori agitazioni, che non modificano la realtà dei fatti e la cui responsabilità è di chi trasforma la dialettica delle relazioni industriali in una forma di ricatto verso gli utenti e le Istituzioni. Gli interessi degli utenti sono invece prioritari per Seta, come testimoniano gli impegnativi investimenti effettuati per migliorare il servizio attraverso il rinnovo della flotta, per migliorare la sicurezza di viaggiatori e personale, per rendere più accessibili le informazioni ed i servizi commerciali'.