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Speciale La Pressa, ecco il numero dedicato a Vaciglio

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Dopo il primo numero dedicato ai contenitori culturali ecco un approfondimento di 40 pagine sul caso degli alloggi a Vaciglio. La distribuzione in 11mila copie


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A due settimane dall’uscita del primo numero speciale de La Pressa (distribuito gratuitamente in 15mila copie) dedicato ai contenitori culturali modenesi e a Luciano Pavarotti, torniamo con una ristampa in 11mila copie, sempre di 40 pagine, che viene distribuita in centro a Modena. Resta l’inserto Pavarotti (del quale il 12 ottobre Modena ha celebrato la nascita dopo essersi fatta scippare il decennale della morte da Verona) ma le altre 24 pagine sono dedicate ad altro: ad un tema centrale nella recente vita politica modenese. La realizzazione di nuove abitazioni a sud di Modena. Un vero e proprio paese che dovrà sorgere su un terreno oggi dedicato all’agricoltura. Una scelta che ha provocato reazioni contrarie dall’intero mondo politico di opposizione, ma anche dagli alleati del Pd: Art.1 in testa.

Con questo Speciale, da conservare, facciamo il punto sulla questione (già trattata ampiamente sul nostro quotidiano on line), come sempre senza padrini e senza padroni. E per farlo partiamo dal simbolo della protesta: la biciclettata tenutasi a metà settembre.

Ventuno settembre 2017, un giorno che per molti modenesi resterà intatto nella memoria. Una marea di biciclette paralizzano le strade a sud di Modena, via Morane, via Vaciglio, invase per dire no, tutti insieme, alla costruzione di 550 nuove case su un terreno vergine. Un serpentone infinito di ruote e luci gialle create da vecchie dinamo per bocciare una idea urbanistica superata e rinnegata dagli stessi slogan (‘saldo zero di suolo’ e ‘riqualificazione’) sventolati dall’amministrazione comunale in campagna elettorale. Una intera città decide di scendere per strada. La sera. No a 550 nuovi alloggi e no al consumo di verde.

A dimostrazione di come i temi urbanistici, lo sviluppo della città, il modello di comunità non interessino solamente una fetta di radical-chic oscurantisti (per dirla con le parole di Daniele Sitta), ma siano sempre più problemi sentiti dai cittadini. Una scia senza fine di biciclette per svegliare una giunta arroccata su se stessa, un sindaco, Giancarlo Muzzarelli, che difende ‘i diritti acquisiti’ delle imprese proprietarie dell’area, le stesse che hanno pagato la sua campagna elettorale, e un’assessore all’urbanistica (Anna Maria Vandelli) che di urbanistica (lei, avvocato) sa poco o nulla. Per svegliare una giunta regionale che si illude che la gente creda che la nuova legge urbanistica targata Bonaccini sia davvero a consumo zero di suolo, quando è palese anche ai sassi che la cementificazione in Emilia con questa nuova norma si farà e sarà massiccia, con tanto di benedizione da parte di Legacoop nazionale. Perchè arriva un punto in cui la gente dice basta. E non crede più alla retorica del ‘stiamo facendo tutto bene’, del siamo inclusivi, intelligenti e anche belli. Arriva un punto in cui il re (ammesso sia re) è visibilmente nudo. Ecco, il 21 settembre 2017 Modena ha squarciato il velo e ha scoperto il piccolo, e anche un po’ meschino, Sistema che da sempre governa la città. Istituzionipartiti di centrosinistra-costruttori e aziende amiche che siano coop o non coop. Modena ha scoperto che il favoloso Mago di Oz non è altro che un vecchio ventriloquo. E lo ha scoperto pedalando. In bicicletta. E ora? Forse le case si faranno ugualmente, forse Aec e Cmb faranno valere fino in fondo i loro ‘diritti acquisiti’, ma quando la verità e a portata di mano tutto può succedere. Quando si respira l’aria pulita fuori dalla campana di vetro è più dura accettare di tornare nelle proprie gabbie. E non basta nascondere le migliaia di alloggi sfitti sotto il materasso, non bastano le difese da azzeccagarbugli, promesse di più case per i poveri, o di verde più verde per ricacciare in gola a 1000 e passa persone l’urlo del ‘non ci crediamo più’. Quell’urlo ormai si è alzato. Il Pd e il centrosinistra che governa da 70 anni a Modena se non vuole ascoltarlo allora approfitti fino in fondo del potere rimasto: ne costruisca 50mila di case, cementifichi anche piazza Grande, costruisca capannoni targati coop anche dentro al giardino botanico. Faccia tutto ora, si sfoghi, perché questo potrebbe essere l’ultimo giro di giostra.

Sicché quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: Roba mia, vientene con me!
Giuseppe Leonelli


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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