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Inizia anche a Modena la campagna internazionale di “40 giorni per la vita”, che quest’anno si svolge da domani 25 settembre a domenica 3 novembre. L’appuntamento di preghiera si terrà ogni giorno in via del Pozzo, davanti al Policlinico di Modena, dalle 7 alle 19.
Per Maria Sole Bertolini, coordinatrice del comitato organizzatore di Modena, 'l’iniziativa è promossa da uomini e donne di buona volontà che, in tutto il mondo, cercano di dare voce a chi, pur non potendo dire la sua, ha diritto di vivere. Ogni vita vale ed è questo il messaggio che vorremmo comunicare anche quest’anno'.
A Modena “40 giorni per la vita” si svolge per la terza edizione consecutiva, dopo l’andamento positivo delle campagne che si sono svolte nell’autunno 2023 e nella Quaresima 2024, che hanno contato su un numero sempre più significativo di adesioni.
'Nelle persone che incontriamo – racconta Grazia Ruini, promotrice di 40 giorni per la vita – c’è voglia di raccontarsi, confrontarsi e dire la propria come succede in ogni società democratica. La vita non dovrebbe mai offendere nessuno, ma oggi che parlarne significhi dar fastidio ad alcuni settori. Si vuole far prevalere la cultura dello scarto denunciata più volte da papa Francesco, che ha recentemente ricordato come l’aborto sia un assassinio e un atteggiamento contro la vita'.
Per tale ragione, “40 giorni per la vita” propone di pregare davanti agli edifici in cui si pratica l’aborto. Oltre ad attività di preghiera e digiuno, la campagna prevede momenti di sensibilizzazione della comunità attraverso testimonianze e Veglie aperte alla comunità.
La campagna è diffusa in 63 Paesi e dal 2007 ha raggiunto più di mille città. Da allora più di 24.
853 bambini sono stati salvati dall’aborto, oltre 265 operatori sanitari e 148 centri abortivi hanno chiuso le loro porte.
L’iniziativa, ora globale, è nata nel 2004 negli Stati Uniti d’America con la finalità di pregare per la vita nascente, e cioè per la fine dell’aborto, sensibilizzando la comunità attorno a una tragedia di cui si parla ancora assai poco.
I promotori della campagna chiariscono che si tratta di 'un’iniziativa nonviolenta che però vuole far luce su una cosa: l’aborto non è una soluzione ma un atto di violenza che produce una serie di traumi e ferite nella vita di migliaia di donne. Noi abbiamo toccato con mano queste ferite, le abbiamo visto con i nostri occhi: l’aborto è spesso frutto di solitudine, pressioni e abbandono da parte di una società consumata dall’individualismo e che fatica a far spazio alla vita in arrivo'.
Redazione Pressa
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