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'Stupro di San Damaso, la sinistra continua a chiudere gli occhi sul fallimento dell'accoglienza'

'Stupro di San Damaso, la sinistra continua a chiudere gli occhi sul fallimento dell'accoglienza'

Gidari (Fi) al sindaco: 'Riconoscere che il modello di società multiculturale proposto e gestito dalla sinistra si è rivelato fragile, ipocrita e inefficace'


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'La notizia dell’arresto di un giovane residente a Castelfranco Emilia, accusato di una violenza terribile e disumana, ci colpisce, ci addolora e amareggia profondamente. Desidero innanzitutto esprimere, a nome mio personale e dell’intera comunità castelfranchese, la più sincera e sentita vicinanza alla vittima. La violenza subita è un atto inaccettabile, che offende non solo una persona ma l’intera società civile'. Lo afferma il sindaco di Castelfranco, Giovanni Gargano.
'Episodi come questo ci ricordano con forza quanto sia necessario contrastare ogni forma di violenza e di cultura del possesso, quella mentalità distorta e pericolosa che porta alcuni uomini a considerare le donne come oggetti, e non come persone libere e uguali. Come comunità dobbiamo reagire uniti, con fermezza e con educazione al rispetto. È una battaglia culturale, prima ancora che giudiziaria, che richiede impegno, consapevolezza e responsabilità da parte di tutti. Alle donne va la nostra solidarietà. Agli uomini, un richiamo: serve cambiare sguardo, linguaggio e comportamenti, ogni giorno indipendentemente da razza, religione... Un sentito ringraziamento alla Procura della Repubblica, squadra mobile della Questura di Modena e a tutti coloro che grazie al loro impegno hanno contribuito all’arresto del giovane'.
Parole che trovano però la bocciatura di Giovanni Gidari di Forza Italia.
'Ho letto con attenzione le parole del sindaco Gargano sull’episodio di cronaca che ha scosso la nostra comunità castelfranchese.
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Parole certamente ispirate da buone intenzioni, ma che come spesso accade nella sinistra locale e nazionale, si fermano alla superficie morale del problema, senza affrontarne le cause profonde. Perché la verità è che questo episodio non è solo il frutto di un singolo gesto criminale, ma anche il risultato di anni di politiche fallimentari sull’integrazione, sull’educazione civica e sul senso di comunità. Da anni la sinistra, anche qui a Castelfranco, ha scelto un modello di accoglienza senza regole, un’inclusione solo proclamata, mai costruita. Ha trasformato il concetto di integrazione in un dogma ideologico anziché in un processo concreto di responsabilità reciproca, di rispetto delle leggi, dei valori e della cultura del Paese che accoglie'.
'Si è preferito fare propaganda, parlare di “accoglienza diffusa”, distribuire risorse e permessi senza preoccuparsi davvero di creare percorsi di inserimento reale, di lavoro, di formazione e di educazione. E così si è generata una frattura, una periferia sociale e morale dove troppo spesso crescono disagio, rabbia e violenza. La sinistra castelfranchese ha continuato a chiudere gli occhi, a parlare di inclusione e solidarietà senza rendersi conto che la prima vera forma di solidarietà verso chi arriva e verso chi già vive qui è la chiarezza delle regole.
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Non esiste integrazione dove non c’è rispetto, e non esiste rispetto dove non c’è educazione al dovere, prima ancora che al diritto. Di fronte a questi episodi terribili, non basta indignarsi a posteriori o proclamare la propria vicinanza alla vittima. Serve il coraggio di riconoscere che il modello di società multiculturale proposto e gestito dalla sinistra si è rivelato fragile, ipocrita e inefficace. Castelfranco Emilia ne è purtroppo un esempio evidente: tanta retorica, pochi risultati, e una sicurezza cittadina che si è progressivamente deteriorata - chiude Gidari -. Come centrodestra e come Forza Italia, noi crediamo in un’integrazione vera: fatta di regole, di responsabilità, di percorsi di lavoro e formazione, non di slogan. Chi viene accolto deve diventare parte di una comunità che si fonda sul rispetto delle leggi e dei valori condivisi, non vivere ai margini o dentro circuiti chiusi che alimentano isolamento e devianza. È ora di dire basta a un modello buonista che ha prodotto divisioni invece che coesione. Serve una politica nuova, lucida, che non tema di parlare di doveri, sicurezza e legalità come fondamento della convivenza civile'.
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