Sul caso specifico l’assessore si è quindi resa disponibile a fornire ogni elemento utile a chiarire i dubbi dell’interrogante sia perché 'la trasparenza è uno dei pilastri su cui si basa la Pubblica Amministrazione sia per mettere in luce la scrupolosità del lavoro fatto dal settore servizi sociali, sempre nel rispetto dell’obbligo di riservatezza, trattandosi di un minore ed essendoci una parte offesa e un procedimento penale pendente', ragione per cui l’Amministrazione ha proceduto a contestazione formale nei confronti di un
Nel merito, l’assessore ha spiegato che, per il collocamento e la gestione dei minori, il Servizio Sociale svolge, per legge, una scrupolosa istruttoria pre-affidamento di tutti i minori in carico, per valutare l’idoneità degli affidatari e l’adeguatezza del collocamento anche per quanto riguarda eventuali parenti.
Il minore in questione è in carico ai Servizi Sociali del Comune di Modena dal luglio 2022 per una spesa complessiva di 76mila euro, accolto in diverse tipologie di comunità in relazione al percorso individuale e per un periodo limitato presso un parente sul territorio: affidamento questo interrotto per valutazioni segnalate all'Autorità Giudiziaria Minorile. Ha poi manifestato elementi di fragilità che hanno portato a una presa in carico congiunta con i Servizi Sanitari: il ragazzo ha aderito ai percorsi di cura e si è registrato un miglioramento delle condizioni; ha frequentato il corso di alfabetizzazione ed era in fase di avvio un percorso di formazione lavorativa.
Più in generale, 'il tema della presenza di parenti sul territorio è al centro di azioni del Comune di Modena per chiedere un intervento dello Stato, poiché se il parente rifiuta l’affidamento, non ci sono strumenti tecnico-giuridici per imporglielo', ha affermato Camporota sottolineando la necessità di 'modifiche normative a livello nazionale per altro già ribadita con note al Ministero e nei tavoli di lavoro'.
Rispetto ai
Per ciò che riguarda i controlli, a tutela di tutti i ragazzi, del personale educativo e per prevenire il coinvolgimento di minori stranieri nel circuito penale, a Modena il sistema di accoglienza ha una consolidata collaborazione con Forze dell’ordine e Polizia Locale: quotidianamente viene tramesso l’orario dei rientri non autorizzati; su base settimanale viene inviato un report con i minori accolti in comunità; infine, condotte irregolari o devianti sono subito segnalate. Significative anche le attività di controllo della Polizia locale con l’unità cinofila presso le comunità su richiesta delle stesse e su mandato della Procura per i minori.
Negli ultimi 5 anni il servizio Msna del Comune di Modena ha registrato 947 arrivi e rintracci sul territorio ai quali sono stati garantiti specifici progetti di accoglienza ed integrazione. Più in generale, riferendosi al sistema dell’accoglienza nel suo complesso, Camporota ha rimarcato che 'è necessario provare a garantire un governo unitario dei flussi e dotarsi di un numero di posti sufficienti ed equamente distribuiti attraverso il modello Sai' e ha denunciato la 'completa insufficienza dei posti Sai a livello nazionale (6.680 a fronte di un fabbisogno superiore al triplo) ma anche che nonostante gli sforzi di contenimento, le misure adottate dall’Autorità giudiziaria non sono sempre efficaci in relazione ad una funzione rieducante della pena'.