Al netto delle dichiarazioni e delle mozioni votate nei mesi scorsi in consiglio comunale (in particolare nel luglio scorso quando l'Assessore Molinari, in risposta ad una interrogazione, spostò, riferendosi a informazioni Atersir, l'orizzonte temporale del superamento del termovalorizzatore di Modena al 2039, generando la mozione reazione della sinistra per riportare tale orizzonte al 2034), la realtà sembra andare in una direzione diversa se non opposta a quella tracciata dal programma elettorale.
Per quanto riguarda l'inceneritore, nei primi cinque mesi del 2025 si registra un netto aumento dei rifiuti bruciati, con un incremento significativo, a fronte di una riduzione dei rifiuti indifferenziati dal bacino modenese dovuto sicuramente all'introduzione del porta a porta, dei rifiuti speciali provenienti da fuori provincia e da fuori regione. Un trend che si è rafforzato dopo la rimozione, avvenuta alcuni anni fa, del limite delle 50.000 tonnellate annue, e che ha trasformato l’impianto di Modena in uno dei poli di incenerimento non solo più potenti ma anche più attivi del Nord Italia, anche per la sua funzione di produzione energetica. Il che lo rende sempre meno vincolato e dipendente da logiche provinciali e locali.
A sollevare il tema, già nel luglio scorso, fu il consigliere Maria Grazia Modena (Gruppo Modena per Modena), che nel corso di un acceso dibattito in aula sottolineò come la prospettiva di chiusura dell’inceneritore al 2034 fosse smentita dalle stesse parole dell’assessore Molinari, che indicò appunto il 2039 come orizzonte realistico, con possibilità di proroga oltre il 2040 in caso di ulteriori interventi straordinari. Come detto, AVS provò a riportare l'orizzonte temporale sui binari tracciati dall'accordo elettorale che, detta tutta, non prevedeva solo una data fine a se stessa, ma avrebbe dovuto prevedere la costruzione di un percorso politico, tecnico ed amministrativo per arrivarci.
Fatto sta che quel tavolo e quel confronto non è mai stato, nonostante gli impegni assunti in delibera per la costruzione di un piano condiviso di uscita e di superamento. Né si è avviato alcun confronto operativo con le associazioni e le categorie economiche per pianificare un percorso verso l’economia circolare. Il piano resta sulla carta, mentre l’inceneritore continua a bruciare, generando energia e profitti crescenti, simbolo del perseguimento chiaro di una politica industriale che vede l'impianto di Modena centrale. Non solo per lo smaltimento dei rifiuti ma anche (smentendo la vocazione alla base dell'ultimo e definito potenziamento dell'inceneritore che doveva vedere la produzione di energia termica per il teleriscaldamento di migliaia di alloggi cittadini), per la fornitura di energia elettrica capace di produrre profitti ed alimentare tutto il villaggio dei rifiuti che in via Cavazza vede anche la presenza dei depuratori e, di nuova realizzazione, dello stabilimento Aliplast. Sul tema Hera, interpellata anche in riferimento agli ultimi articoli e i dati diffusi, ha preferito non intervenire.
Ma a minare ulteriormente la possibilità di realizzazione del patto elettorale su cui si è basato il programma di Mezzetti e il sostegno delle forze di sinistra c’è oggi anche il tema del porta a porta, che rischia di diventare un punto di frattura. Alla prospettiva del superamento dell’inceneritore si affiancava infatti, nel programma, il rafforzamento del sistema di raccolta domiciliare, porta a porta.. Ma la recente inversione di rotta con il ritorno ai cassonetti in diverse aree della città, comprese quelle con il porta a porta integrale, rappresenta un cambio netto rispetto agli impegni elettorali presi, con le forze di sinistra e, in generale, con gli elettori che sul quei punti di programma hanno votato. AVS e Movimento 5 Stelle continueranno a sostenere un percorso che nei fatti sta politicamente tradendo i presupposti su cui si è costruita l’alleanza, oppure decideranno di rompere il silenzio e chiedere conto delle scelte fatte?
Gi.Ga.


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