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Vergogna Guernica, l'antifascismo non è violento: il Comune è complice

Vergogna Guernica, l'antifascismo non è violento: il Comune è complice

Dal cinema Cavour occupato uno striscione di solidarietà ai responsabili del pestaggio selvaggio ai danni di un carabiniere a Piacenza


2 minuti di lettura

Tradizione e sapori di Modena

'Eravamo a Piacenza e a Macerata, oggi siamo a Bologna e domani andremo anche a Roma. Il fascismo va combattuto in tutte le sue forme e con ogni mezzo dovuto. Come Guernica, insieme alla comunità del Cinema Cavour Occupato, esprimiamo la massima solidarietà ai compagni arrestati. L’antifascismo non si delega, lo si pratica'. Questa la motivazione del Guernica per giustificare il delirante striscione apparso davanti al Cinema Cavour di Modena, occupato da settimane dal centro sociale. Occupazione tollerata dalla giunta Muzzarelli dopo lo sgombero dell'Olympia.
Una vergogna. Un insulto a ogni movimento e ideale anti-fascista. Ecco cosa rappresenta questa presa di posizione del Guernica. Difendere Lorenzo, Giorgio, Mustafa, i  tre presunti responsabili del brutale pestaggio di Piacenza ai danni di un carabiniere è demenziale e da delinquenti. Fine. Ovviamente se sono loro i protagonisti del pestaggio. Non ci sarebbe null'altro da dire. Se non aggiungere che da oggi, e per ogni giorno che passa senza sgomberare quell'ex cinema modenese,  il Comune è complice di questi delinquenti violenti e per nulla anti-fascisti.
L'antifascismo è sacrosanto, ma non è violento.  Non deve esserlo oggi.
Cosa c'entrerebbe poi l'antifascismo con il pestaggio di un carabiniere rimasto da solo e indifeso?  Il video parla da solo.



E ora chi difese la legittimità di quella occupazione, il bello e l'ideale sotteso a quel mancato rispetto delle regole che in qualche modo aveva fatto rimpiangere il '68... Chi come il consigliere di Liberi e Uguali Cugusi era andato alle riunioni del Guernica ad applaudire i film trasmessi al freddo, così belli e commoventi... Ecco costoro prendano le distanze e condannino il Guernica. Lo condannino non dall'altare di una destra fascistoide ex An che strizza l'occhio al braccio destro alzato, ma dal sacrosanto palco di un anti fascismo che sa combattere il delirio dell'estrema destra con la forza delle idee.

Che riconosce nei patetici, invasati e pericolosi ragazzi di questo centro sociale solo un gruppo di annoiati e ricchi finti ribelli. Perchè l'ultimo, l'uomo da difendere nei fatti di Piacenza è il carabiniere a terra. Quello che - per parafrasare Faletti - guadagna poco più di mille euro al mese. Quello preso a calci e pugni da Lorenzo, Giorgio e Mustafa (se di loro si tratta). Trasformati, nel caos di una mancanza totale di punti di riferimento,  da delinquenti a eroi.  

Giuseppe Leonelli
Foto dell'autore

Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato vicedirettore...   

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