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Viabilità Appennino modenese, da sindaci della montagna un triste show

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La realtà dei fatti è che la gestione associata ha fallito, l'imposizione dalla regione pure e ogni comune sta, oggettivamente, guardando per s?


Viabilità Appennino modenese, da sindaci della montagna un triste show
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Sarebbe bello evitare di assistere, al triste spettacolo dei “Prima io! Prima io! Prima io!” che i sindaci della montagna frignanese in questi giorni stanno dando. Il tema è quello delle priorità in termini di sviluppo della viabilità, come se di colpo 30 anni fossero passati senza che nel mezzo non ci siano state opportunità o sollecitazioni a vario titolo. Come se non fosse chiaro che oramai è esploso il bubbone che nel 2013-2014 si temeva all’epoca della trasformazione della Comunità Montana del Frignano in Unione di comuni: lo scontro aperto tra alto e basso Frignano.

All’epoca tre sindaci (Marco Bonucchi Sestola, Alessio Nizzi Fiumalbo e Maurizio Cadegiani Montecreto) i primi due ancora in carica e uno no (ma inserito nel comitato “La Via Maestra” promotrice della Strettara-Pratolino, mentre gli altri due sono schierati per la Strettara-Fondovalle Panaro) si erano messi contro all’imposizione dall’alto (la regione allora guidata da Vasco Errani) e si battevano per avere almeno i sub ambiti del Cimone e della valle del Pelago.

Nulla di fatto e oggi, con una situazione di stallo, con un Unione che non riesce nemmeno ad esprimere un presidente (Giovanni Battista Pasini, nella foto, sindaco di Lama Mocogno a oggi è facente funzioni in attesa del rinnovo degli organi amministrativi dopo il voto del maggio 2019) nè una visione unitaria.

Paradossale poi, che il sindaco di Sestola sulle colonne di un giornale dica che i sindaci di Lama Mocogno e Polinago, rispettivamente anche presidenti dell’Unione dei Comuni e presidente della Provincia di Modena, siano inaffidabili allora (quando i progetti della nuova estense si sono arenati) come oggi; dimenticando però che il partito al quale fanno riferimento è il medesimo (e anche il presidente di regione).

Un Appennino Modenese che diventa Bologna centrico ce lo saremmo volentieri risparmiato, così come sarebbero state da risparmiare bordate sull'ospedale di Pavullo, dove ancora una volta, l’Unione non ebbe una visione unitaria, con l’allora Pal che creò polemiche anche in alto Frignano per quello che riguardava la collocazione logistica della casa della Salute poi collocata a Fanano, rispetto alla centralità di Sestola, anche nei confronti del comune vicino di Montecreto.

La realtà dei fatti è che la gestione associata ha fallito, l’imposizione dalla regione pure e ogni comune sta, oggettivamente, guardando per sé. Una lotta alle priorità del proprio campanile ignorando che solo il superamento di determinate dinamiche favorisce l’intero territorio.

C’è da augurarsi che il 3 e 4 ottobre arrivino presto, almeno finirà questo tormentone estivo che non sa di reggaeton ma solo di polemica pre elettorale fine a se stessa. Tomei ha detto chiaramente che i soldi del PNRR non sono destinabili alla viabilità ma sentirlo parlare di “progetti a oggi irrealizzabili” rispetto alla priorità della tangenziale di Pavullo, fa rabbrividire e sa solo di tempo irrimediabilmente perso. Perso per lo sviluppo dell’intero territorio, perso per l’economia montana che non può essere solo turismo, come ha dimostrato il blocco della scorsa stagione invernale, anche se per miopie tecnico scientifiche.

Nessuno ne esce bene in questa polemica estiva, dove si parla di accessi all’Appennino, dimenticando, curiosamente tre cose: la prima che il miglioramento degli accessi comporterebbe un aumento però del volume del traffico e, conseguentemente, dell’inquinamento (cosa di cui a Pavullo dovrebbero essersi accorti da un po’). La seconda che anche se fossero accettati tutti i progetti sul tavolo la provincia di Modena non avrebbe a oggi un valico decente verso la Toscana (Abetone e Passo delle Radici sono stati chiusi lo scorso inverno per le abbondanti nevicate) impedendo così un vero sviluppo del crinale e, infine, punto terzo, la logistica dei trasporti pubblici e commerciali sarebbe comunque deficitaria senza reali progetti di sviluppo economici, non solo turistici. Non basta raddrizzare due curve se poi mancano le infrastrutture, come possono quelle tecnologiche (leggi alla voce banda larga), che favoriscano la nascita di imprese sul territorio. La strada è più lunga di quel che millantano i politicanti di paese.

Da notare infine che a sollecitare l’allargamento a quattro corsie della Nuova Estense, dovrebbe essere il comune di Serramazzoni, dato che buona parte del tracciato passa sul suo territorio. Per ora sono stati bravi a restare fuori dalla polemica, sarebbe stato interessante sapere il loro punto di vista. E infine, come può il candidato sindaco del Pd a Pavullo Graziano Pattuzzi, occuparsi contemporaneamente del bene di Pavullo e delle sorti della Cispadana della cui società di gestione è presidente... Dedicherà maggiore attenzione alla viabilità della Bassa o alle vicende pavullesi?

Stefano Bonacorsi

Stefano Bonacorsi
Stefano Bonacorsi

Modenese nel senso di montanaro, laureato in giurisprudenza, imprenditore artigiano, corrispondente, blogger e, più raramente, performer. Di fede cristiana, mi piace dire che sono ..   Continua >>


 

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