La distanza tra le posizioni dell’AUSL e dei sindacati dei medici sembra crescere, nonostante il confronto, un questi mesi, soprattutto grazie all'azione e all'iniziativa di comitati spontanei di cittadini, non è mancato.Da un lato, l’AUSL – dopo aver sospeso la figura del medico di emergenza territoriale – ritiene, dati alla mano, che anche le situazioni di emergenza più gravi (i cosiddetti codici rossi) siano oggi gestibili attraverso un mezzo di soccorso avanzato composto da un infermiere specializzato in emergenza-urgenza. Nei casi valutati come particolarmente critici, è previsto l’intervento dell’elisoccorso o, in alternativa, dell’automedica da Pavullo per il successivo trasferimento ospedaliero.
Dall’altro lato, i sindacati di categoria continuano a sostenere con forza che la presenza del medico fin dai primissimi momenti del soccorso sia fondamentale, soprattutto in un contesto complesso come quello dell’alta montagna disagiato e meno raggiungibile per definizione.In questi mesi, anche e soprattutto grazie all’impegno dei comitati spontanei nati a Fanano e Sestola per
Ripartiamo proprio dall'ultimo incontro, tenutosi a Sestola, per fare il punto sulle diverse posizioni in campo.
L’obiettivo auspicabile è quello di arrivare a una soluzione armonica, che da un lato risponda alle esigenze del territorio e, dall’altro, tenga conto delle difficoltà legate alla carenza di personale: una problematica sottolineata apertamente anche dal segretario provinciale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, da cui prende avvio il nostro video servizio.