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Mai più sole e senza fissa dimora: a Modena apre la Casa di Rut
La Pressa
Un appartamento preso in affitto da Porta Aperta ospiterà 5 donne. La prima ospite ci ha accolto in occasione della presentazione alla presenza del Vescovo Erio Castellucci
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In un appartamento che l’associazione Porta Aperta, in collaborazione con il Comune di Modena, ha preso in affitto in una zona residenziale della città, saranno accolte cinque donne che condivideranno gli spazi, in uno stile di corresponsabilità: dalle pulizie degli ambienti comuni, al riordino delle camere da letto, dalla spesa, ai turni in cucina, al lavaggio di indumenti.
Si tratta di donne che vivevano in strada, senza beni personali, alla ricerca di un pasto caldo e una coperta. Donne con una storia personale alle spalle che da sole, difficilmente, sarebbero riuscite a riprendere in mano la propria vita.
A Casa di Rut, trovano una soluzione abitativa adeguata e stabile e, affiancate da educatori professionisti e volontari, affronteranno un cammino di recupero e di reinserimento sociale e lavorativo: a Casa di Rut potranno iniziare a costruire un nuovo futuro.
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La prima ad entrare a Casa di Rut è una signora modenese di 53 anni, Barbara. Passato difficile che ha portato anche al distacco dai figli e che l'ha spinta, senza casa e senza famiglia, a vivere in una condizione di povertà su un panchina. Una spirale di disagio che ha avuto nel supporto delle strutture e delle persone volontarie di Porta Aperta un elemento fondamentale per iniziare a costruirsi una indipendenza. Ora le è stata offerta la possibilità di trovare una sistemazione condivisa a casa di Rut. Per ora c'è solo lei, ma presto la raggiungeranno altri ospiti. 'Si tratta di persone inviate dai Servizi Sociali del territorio o che sono passate per la Comunità di Transito gestita dalla nostra associazione – spiega Alberto Caldana, presidente di Porta Aperta Modena – Sono donne in parte sole, in difficoltà, senza fissa dimora, a volte con trascorsi di violenze domestiche o di abuso di sostanze.
Tra loro, c’è anche una signora che faceva la badante, ha sempre lavorato ma ora è sola e non è più in grado di provvedere alle sue necessità». A Casa di Rut queste signore troveranno non solo una soluzione abitativa: affiancate da educatori professionali e da volontari, affronteranno anche un cammino di reinserimento sociale e lavorativo: 'Ognuna avrà un progetto a sé, personalizzato – precisa Caldana – Il percorso è di un anno con possibile proroga: se qualcuna di loro in questo periodo riuscirà, con l'aiuto degli operatori, a trovare una propria autonomia di vita e abitativa, ci sarà un turnover delle persone ospitate'.
L’iniziativa si svolge nel contesto del Bando Crowdfunding della Fondazione di Modena; è sostenuta da Fondazione Banco San Geminiano e San Prospero con una donazione di 15mila euro destinata agli arredi della casa e alla copertura di parte delle spese di gestione, e da Cremonini S.p.A.. Modena Volley, inoltre, ha ospitato la cena di beneficenza “Tutti in campo per Porta Aperta” che ha permesso a Porta Aperta di raccogliere altri 14mila euro da destinare al progetto.
'Accogliere e proteggere, aiutare donne senza fissa dimora a riprendere il corso della propria vita attraverso un'esperienza tutelata, di comunità, è meritorio per diverse ragioni etiche, sociali e umanitarie – commenta Silvia Menabue, Consigliere di Amministrazione di Fondazione di Modena - Attraverso programmi di assistenza e supporto, si contribuisce a ridurre l’emarginazione sociale, offrendo alle donne l'opportunità di ristabilire connessioni con la comunità e di partecipare attivamente alla società, di mettere a disposizione le proprie capacità di fare e di pensare. L'occasione di ricostruire le proprie vite in modo sostenibile, con le proprie forze, è preziosa. Il valore aggiunto di questo impianto risiede nel vedervi partecipare non solo partner di progetto ma anche tante cittadine e cittadini che, attraverso il crowdfunding, hanno voluto contribuire'.
'Siamo orgogliosi di far parte di questo progetto che pensiamo possa rappresentare un modello di accoglienza di ispirazione per tante altre realtà solidali – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Banco San Geminiano e San Prospero, Claudio Rangoni Machiavelli presente all'inaugurazione insieme al Responsabile Direzione Emilia Adriatica di Banco Bpm, Adelmo Lelli – L’inclusione sociale è uno dei valori che ci guida nella scelta della destinazione dei fondi e, grazie anche al supporto di Banco Bpm, continueremo a impegnarci su questo fronte a fianco di associazioni che, come Porta Aperta, lavorano concretamente a favore delle persone più bisognose».
'Come Amministrazione comunale – ha affermato l’assessore alle Politiche Sociali del comune di Modena Roberta Pinelli - siamo lieti di poter condividere l'inaugurazione di una sperimentazione così importante, che mira non solo a contribuire ai servizi di accoglienza messi in campo in questa fase dell'anno per far fronte all'emergenza freddo, ma anche alla possibilità di offrire alle donne ospitate un progetto di evoluzione positiva per la loro vita. Mi auguro che attorno a questo progetto nasca una rete di volontariato ampia e diversificata, trattandosi di persone che possono rimettersi in gioco ed evolvere verso la piena autonomia, se ben sostenute dalla comunità'.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>