Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Nell'ospedale di Carpi, inserito a pieno titolo tra i centri periferici primari nela gestione dell'emergenza coronavirus si scopre che 38 operatori sanitari sono risultati positivi al testi sul coronavirus.
Loro, come quelli di tutta l’Azienda, vengono seguiti direttamente dal Servizio di sorveglianza sanitaria AUSL che ha messo a punto percorsi dedicati sia per l’esecuzione veloce del tampone sia per l’accompagnamento dei casi sospetti e confermati di coronavirus.
E' in questo contesto di contagi che coinvolge direttamente gli operatori sanitari che prosegue la riorganizzazione dell’Ospedale Ramazzini, con la realizzazione di aree riservate al ricovero dei pazienti positivi che non necessitano di centralizzazione negli Ospedali di Modena.
Aree del Ramazzini sono state differenziate in base alla tipologia di assistenza: una per i pazienti più gravi presso la Rianimazione, che ha raddoppiato i suoi posti letto anche grazie alle nuove strumentazioni arrivate dalla Regione, e un’altra per i pazienti che invece non necessitano di assistenza respiratoria, al primo piano presso l’area Medicina2-Neurologia.
Al contempo, la Medicina 1 è stata dedicata all’isolamento dei casi sospetti in attesa di conferma diagnostica, mentre un’altra area è per il ricovero di cittadini che abbiano sintomatologia e siano contatti stretti di persone covid-19 positive. Negli ambienti della Medicina d’Urgenza vi sono letti per l’isolamento dei pazienti in fase diagnostica in carico al Pronto soccorso e per pazienti positivi che necessitano di ventilazione non invasiva.
Sono state infine individuate aree per tutti gli altri pazienti, negativi al coronavirus. Anche l’area materno-infantile ha definito all’interno delle unità operative percorsi dedicati all’assistenza di eventuali pazienti con sintomatologia sospetta.
“È fondamentale garantire percorsi protetti all’interno dell’ospedale – chiarisce Stefania Ascari –. La riorganizzazione cambia di giorno in giorno per rispondere al meglio al bisogno di assistenza dei cittadini del nostro distretto, ciò è possibile grazie alla presenza di una rete solida e fortemente integrata su tutta la provincia che ci consente di curare i pazienti nelle strutture il più possibile adeguate alla gravità di ciascun caso”.
Il pre-triage in Pronto soccorso consente di differenziare ulteriormente i percorsi visto l’aumento dei casi covid-19 positivi e la forte affluenza di cittadini che comunque accedono con sintomi respiratori. “Vorrei a tal proposito ricordare – precisa Chiara Pesci, direttrice del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza di Carpi – di non accedere al PS in presenza di febbre, tosse, raffreddore ma di chiamare il proprio medico di base o, nei casi più gravi, direttamente il 118. I corretti comportamenti dei cittadini devono andare di pari passo con il nostro lavoro incessante al fine di garantire a tutti la migliore assistenza possibile”.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>