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Centri estivi e disuguaglianze a Modena. Calerà l'oblio?

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Nella città più rossa d'Italia, ci sarà un positivo sussulto? Qualche muto ritroverà la favella?


Centri estivi e disuguaglianze a Modena. Calerà l'oblio?
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La tempesta è passata, sento gli uccelli far festa, e la gallina, tornata sulla strada che ripete il suo verso”. Così scriveva Giacomo Leopardi nella sua famosa La quiete dopo la tempesta. Sembra che questi famosi versi siano diventati una linea di condotta per la politica: lasciar passare e poi far dimenticare.

Ma i problemi restano: restano le disuguaglianze nella scuola dell’infanzia modenese; restano i fenomeni di non inclusione; restano le gravi lesioni alle pari opportunità.
Avevo già trattato in un precedente pezzo la situazione dei centri estivi “alla carta”, altra fonte di disuguaglianza; i recenti dati sui costi corroborano questa lettura. A questo proposito, occorre chiarire bene una cosa: il Comune non organizza né gestisce alcun centro estivo, salvo l’attività di luglio nelle proprie scuole dell’infanzia.

Molto più semplicemente, in particolare per i bambini dai 6 anni in su, emana un bando col quale chiede chi è interessato a gestirne uno; poi fa un bell’elenco, lo pubblica ed ognuno va dove vuole e può (nel senso del costo).

ESTATE E BAMBINI ABBANDONATI

Ho sempre sostenuto, senza avere il benchè minimo consenso, che le scuole, oltre ai propri compiti specifici di socializzazione, educazione ed istruzione, svolgono un importante compito sociale di custodia dei bambini, in particolare dei più piccoli; questo è ancor più vero in una società caratterizzata dal lavoro di entrambi i genitori e, spesso, in assenza dei nonni. Per questo motivo, le scuole dovrebbero essere aperte se non proprio per dodici mesi, almeno per undici. I bambini più piccoli vi potrebbero trovare attività tipiche dei centri estivi ed i più grandi, insegnanti disponibili a corsi di recupero per chi è in difficoltà; il tutto, ovviamente a costo zero, salvo il pagamento dei pasti.

Ho già trattato, nei giorni scorsi, l’argomento, in una più ampia riflessione sulla scuola e non desidero, in questa sede, ripetermi.

A MODENA COSA SUCCEDE

Nei giorni scorsi, Comune e sindacati sono arrivati alla rottura; da una parte l’amministrazione che richiedeva di modificare il precedente accordo che prevedeva la disponibilità del personale fino al 15 luglio, portandolo al 31 luglio; dall’altra i sindacati indisponibili a tale prolungamento. Infine la risposta del comune che ha stracciato il precedente accordo. Non ho elementi per entrare nel merito della vicenda.

Ma ora cosa accadrà? Probabilmente che i servizi estivi saranno sempre più esternalizzati riproponendo, pari pari, quello che oggi, come più volte denunciato su queste pagine, accade nelle scuole dell’infanzia. I ricchi andranno nei centri estivi top dove si parla in inglese o si va a cavallo ed i poveri in quelli prevalentemente assistenziali dove si assicura il badantato. Il risultato è che, anche in questo modo, le disuguaglianze sociali non potranno che aumentare.

Bella mossa per una città che è la culla della sinistra. Anche qui, tutti muti; al massimo, si muovono i sindacati che fanno il loro mestiere e cioè quello di difendere i “diritti” dei lavoratori. Ma della profonda ingiustizia verso i più fragili nessuno se ne occupa; peccato!

LIBERTA’ DI SCELTA: PER CHI?

Il sindaco, anche nel consiglio comunale dedicato al passaggio di due nidi comunali alla fondazione Cresciamo, ha ribadito che intende garantire la “libertà di scelta”. Ma quale libertà di scelta? Solo ai ricchi è data; ai poveri, no. E non si spacci il bonus bebè o qualche contributo regionale o comunale per libertà di scelta. Essa sarà concreta solo quando ognuno in base al proprio reddito, potrà accedere a qualsiasi servizio. Nulla di rivoluzionario, ma solo ciò che accade già nella sanità.

Passata la tempesta, rimasti i problemi; ci sarà qualcuno che avrà la voglia di prendersi l’impegno di affrontarli? Le soluzioni ci sono, ma per ora, manca la volontà politica. Nella città più rossa d’Italia, ci sarà un positivo sussulto? Qualche muto ritroverà la favella?

Franco Fondriest


Franco Fondriest
Franco Fondriest

Sono di origine trentine, ma ho trascorso la maggior parte della mia vita a Modena. Mi sono laureato in pedagogia ed ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente nella mia ..   Continua >>


 

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