La scelta, divenuta operativa a partire dal 1° luglio, ha determinato di fatto la soppressione di un servizio medico giudicato importante, che negli ultimi anni aveva garantito una presenza qualificata e continuativa sul territorio, integrando assistenza di base e interventi in emergenza. Non si tratta della sospensione del servizio 118, che continua a operare regolarmente, ma della rimozione di figure mediche abilitate e formate specificamente per affrontare situazioni di urgenza a livello locale, in sinergia con i servizi territoriali. Facenti parte di un progetto definito sperimentale di rafforzamento dell'assistenza di base ed emergenziale attraverso la presenza di figure mediche.
Il comitato promotore – formato da cittadini, professionisti, amministratori e operatori sanitari – denuncia un vuoto assistenziale di tipo medico che si è creato nei comuni montani, già colpiti da carenze strutturali e da una progressiva riduzione dei servizi essenziali. 'Non stiamo parlando di una questione organizzativa, ma della sicurezza concreta delle persone – spiegano gli organizzatori –. In questi anni, questi medici hanno svolto un ruolo fondamentale, anche in collaborazione con i medici di base, fornendo supporto nelle emergenze e coprendo le carenze diffuse della medicina territoriale'.
La manifestazione si terrà sabato 5 luglio, con ritrovo alle ore 18:00 davanti alla sede municipale di Fanano. Sono invitati tutti i cittadini, gli amministratori locali, le realtà associative e i rappresentanti delle istituzioni.
'Difendere la presenza di questi medici – conclude il comitato – non è una battaglia corporativa, ma una richiesta di dignità e di equità per chi vive in aree interne e montane. La salute non può essere sacrificata su logiche di risparmio o riorganizzazione. Chiediamo che l’AUSL torni sui suoi passi e che si apra un dialogo vero con i territori'.