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Si sono vissute ore di grandissima tensione nella Casa circondariale di Modena per le folli intemperanze di un detenuto che si è reso protagonista di gravi eventi critici. Come riferiscono Gennaro Caruso e Francesco Campobasso, segretari per l’Emilia-Romagna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “un detenuto ha posto in essere una condotta violenta per futili motivi. Dopo aver declinato all'ordine di rientrare nella propria cella, ha aggredito in maniera violenta i colleghi intervenuti sul posto. Tra questi anche il Comandante del reparto, un Ispettore, un Assistente Capo e due Agenti. Le prognosi parlano di venti giorni per l'ispettore e 8 giorni per gli altri intervenuti”. Il detenuto resosi responsabile dei disordini e dell'aggressione al personale è stato immediatamente trasferito al carcere di Piacenza.
Per i sindacalisti del SAPPE, è “doveroso richiamare l'attenzione dei vari uffici dipartimentali e ministeriali, evidenziando un dato statistico che ha registrato negli ultimi due mesi: l'arrivo di oltre venticinque detenuti provenienti da altre strutture per motivi di ordine e sicurezza. Il sovraffollamento ha raggiunto numeri altisonanti e non consente di poter operare nella maniera più regolare possibile ed a fronte di un organico che annovera carenze asfittiche. Il carcere di Modena si ripropone al centro dell’attenzione dopo i gravi fatti del 2020 con situazioni stressanti che si ripropongono con l’attuale situazione emergenziale e con costanza giornaliera. Si resta sempre in attesa che il processo per le devastazioni e i disordini posti in essere venga definito quanto prima. Solidarietà massima a tutto il personale coinvolto nella circostanza da parte del Sappe”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, denuncia che “la situazione nel carcere di Modena e nelle altre carceri emiliano-romagnole è allarmante.
Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi ormai all’ordine del giorno. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione?”. “Dopo i tanti episodi di violenza di questi ultimi giorni, non possiamo che invocare misure di maggiore rigore, per riportare la legalità nelle carceri”, rimarca, e per questo si appella alle Autorità istituzionali e politiche. “Chiediamo che i detenuti violenti vengano ristetti in appositi istituti, dove dovrebbero scontare la pena al regime chiuso, con applicazione delle misure restrittive di cui all’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, perché mettono a rischio l’ordine e la sicurezza e, spesso, si avvalgono anche della loro posizione di supremazia nei confronti degli altri reclusi. Chiediamo inoltre la dotazione del taser, o di altro strumento simile, affinché gli agenti possano difendersi ed evitare che la violenza dei detenuti venga portata a conseguenze estreme», conclude il leader del SAPPE.
Redazione Pressa
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