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Marcia per la pace, a Modena una folla contro la guerra
La Pressa
Sindaco e Vescovo hanno aperto la marcia per la pace. In quattromila hanno sfilato per le vie del centro di Modena. Le foto, il video, le voci
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Circa 4mila persone, hanno partecipato oggi alla Marcia per la Pace di Modena. Una folla che ha stupito anche gli organizzatori. La marcia, promossa da Tam Tam di Pace (Tavolo Associazioni Modena di Pace), partita da Piazza Grande e aperta dall'intervento del sindaco e del vescovo di Modena, ha avuto alla testa del corteo lo striscione “Modena cammina per la pace” e si è snodata per via Selmi, via Servi, via Mondatora, via Canalino, via Università, Corso Canalgrande, via Emilia Centro, Corso Duomo per concludersi alle ore 17 di nuovo in Piazza Grande dove si sono susseguiti altri interventi.
Nel suo di apertura il sindaco Massimo Mezzetti ha augurato che il nuovo anno 'possa portare davvero la pace, richiamando l'urgenza di questa causa, come sottolineato dal presidente della Repubblica. Ha evidenziato che, con 56 conflitti in corso, la guerra e il terrorismo sono ora più diffusi che mai, segnando il fallimento della politica. Mezzetti ha sottolineato l'importanza di partire da noi stessi per cambiare la situazione, lavorando per disarmare i nostri animi.
Ha ricordato la Pacem in Terris e ribadito che la pace non può essere separata dalla giustizia sociale, impegnandosi a perseguire questo obiettivo con convinzione anche a livello comunale.
L'arcivescovo di Modena, Monsignor Elio Castellucci, ha riflettuto sul messaggio del Papa per la pace durante la marcia per la pace a Modena, riassumendolo in tre punti chiave
l primo punto riguarda il cambiamento personale: l'invito è a cominciare con la propria interiorità. La pace non è solo un problema degli altri, ma ognuno di noi può contribuire eliminando risentimenti e malumori, partendo dal linguaggio che usiamo nelle relazioni quotidiane. Un linguaggio aggressivo, spesso presente nei social media, riflette un cuore in tumulto che va riconosciuto e cambiato.
Il secondo punto riguarda il debito sociale: il Papa richiama la necessità di risolvere il problema del debito estero dei Paesi poveri, un debito spesso contratto per acquistare armi dai Paesi ricchi, alimentando così conflitti e guerre. Questo legame tra commercio di armi e guerre è un aspetto cruciale della disuguaglianza globale.
Il terzo punto è il debito ecologico: il Papa sottolinea l'urgenza di riparare al danno fatto alla Terra. I Paesi ricchi, responsabili di gran parte dell'inquinamento, sono anche quelli che sfruttano le risorse naturali, causando danni irreversibili ai Paesi poveri, che soffrono maggiormente gli effetti del cambiamento climatico e della scarsità di risorse.
'Infine, il Papa propone un passo concreto per la giustizia globale: l'abolizione della pena di morte, ancora praticata in numerosi Paesi, come segno di speranza e di superamento della logica di vendetta' - ha ricordato Monsignor Castellucci che ha concluso il suo intervento esortando a impegnarsi per la pace, leggendo e riflettendo sul messaggio del Papa.
Dopo aver percorso le migliaia di persone che hanno partecipato sono approdati in Piazza Grande dove si sono alternate le testimonianze dil Claudio Baraldi (Università di Modena e Reggio Emilia, delegato del rettore alla Rete delle Università per la Pace); don Mattia Ferrari (cappellano Mediterranea Saving Humans); Paola Cigarini (Gruppo Carcere&Città) e Fausto Gianelli (Associazione Europea Avvocati per la Democrazia e i Diritti umani).
Don Mattia Ferrari ha fortemente criticato la politica dei respingimenti che ha unito di fatto i governi di centro-sinistra e di centro-destra. Una politica afferma che contraria la pace. Il primo nel 2017 attraverso l'accordo con la Libia per i respingimenti e il secondo con l'attuale governo in relazione all'accordo dell'Europa e del governo con la Tunisia per evitare le partenze.
Paesi prese riferimento dal sacerdote di Mediterranea per ricordare la storia di Mahmood, un ragazzo del Darfur morto in mare nel tentativo di raggiungere l'Italia dalla Tunisia, dopo aver incontrato le difficoltà e la tragedia di paesi come la Libia. Morte in mare per naufragio che ha spezzato la sua vita di 'costruttore di pace'.
Gi.Ga.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>
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