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Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena, Andrea Scarpa, ha comunicato di non aver accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica nel procedimento penale che coinvolge l’arcivescovo di Modena, monsignor Erio Castellucci, insieme all’artista Saltini e ai curatori della mostra, Don Bellini e Cristina Muccioli. Tutti e quattro gli indagati, difesi d’ufficio dall’avvocato Flavia Zuddio, sono accusati di vilipendio ai sensi dell’art. 403 del Codice Penale. L’udienza di discussione sulla richiesta di archiviazione è stata fissata avanti al Gip per il 20 gennaio 2025 alle 9.
Lo rende noto con un comunicato del suo studio legale, l'avvocato Francesco Minutillo, legale rappresentante dei numerosi fedeli che hanno presentato l’esposto, e che esprime soddisfazione per la decisione del Gip. 'Finalmente avremo un giudice davanti al quale far emergere la verità sui contenuti blasfemi della mostra tenutasi nella Chiesa di Carpi.
La Procura ha condotto un’indagine che riteniamo insufficiente e, per questo, abbiamo richiesto numerosi approfondimenti, tra cui l’audizione di monsignor Francesco Cavina, del giornalista Andrea Zambrano e di monsignor Ermenegildo Manicardi. Inoltre, abbiamo chiesto di acquisire gli atti relativi all’aggressione all’artista Saltini e al danneggiamento della tela, avvenuti il 28 marzo 2024, fatti che all’epoca suscitarono un ampio clamore mediatico. È necessario capire che fine abbia fatto quell’indagine, dato che non si hanno tracce dell’aggressore. È giunto il momento di fornire risposte chiare'.
L’avvocato Minutillo ha anche contestato le motivazioni addotte dalla Procura per richiedere l’archiviazione, definendole 'giuridicamente inconsistenti e talvolta surreali'. Secondo il legale, l’utilizzo di un precedente giurisprudenziale della Cassazione a sostegno della richiesta risulta 'inappropriato e privo di attinenza con il caso in esame, che nulla ha a che vedere con la libertà di pensiero'.
Al centro della controversia vi è un’opera che venne esposta nella Chiesa di Carpi, descritta dall’avvocato Minutillo come 'un’immagine disgustosa di Cristo, collocata senza alcuna giustificazione plausibile all’interno di una chiesa ancora consacrata, proprio di fronte all’altare maggiore'. Il legale ha sottolineato che 'non si tratta solo della singola opera, ma dell’insieme delle circostanze e delle condotte, poste in essere non solo dall’artista, ma anche dagli esponenti della Curia. Sarà fondamentale valutare tutti questi elementi per comprendere la fondatezza dell’ipotesi di reato che vede quattro persone indagate, tra cui l’arcivescovo Castellucci'.
Redazione Pressa
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