Palazzo Ducale di Sassuolo: restauro fronte meridionale concluso
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Palazzo Ducale di Sassuolo: restauro fronte meridionale concluso

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Il termine dei lavori ha fornito l'occasione alle Gallerie Estensi per illustrare un progetto di ampio respiro finalizzato al restauro e alla valorizzazione dell'intero palazzo


Palazzo Ducale di Sassuolo: restauro fronte meridionale concluso
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Le Gallerie Estensi di Modena hanno presentato ieri mattina a Sassuolo un progetto di ampio respiro finalizzato al restauro e alla valorizzazione del Palazzo Ducale. L’occasione è stata la conclusione del ripristino delle superfici del fronte meridionale dell’edificio a partire dal quale si svilupperanno ulteriori lavori dedicati al recupero del Parterre – il giardino barocco contiguo alla facciata ripristinata - fino al grande progetto che riguarda la Peschiera.

L’obiettivo che si intende raggiungere, dopo uno studio analitico riguardante la Peschiera su statica, materiali costitutivi e conservazione, è arrivare all’ampliamento degli spazi aperti alla visita permettendo l’accesso e la fruizione dei giardini storici e delle scenografiche strutture esterne di collegamento, per restituire al visitatore una unitarietà di lettura dell’intera dimora estense.

Il fronte meridionale del Palazzo e i suoi annessi possono essere considerati, dal punto di vista architettonico e paesaggistico, il cuore della sua immagine barocca, esito delle trasformazioni volute da Francesco III d’Este (duca di Modena e Reggio dal 1737 al 1780) e condotte dall’architetto e scenografo veneto Pietro Bezzi.
Il progetto settecentesco del fronte sud era infatti intervenuto sulle stratificazioni delle preesistenze castellane aggiungendo nuovi corpi di fabbrica, come il porticato della vasara (spazio destinato al ricovero invernale delle piante in vaso), realizzando un impianto scenografico costituito da terrazze, scalinate e fontane. Il fondale scenico traguardava visivamente le prime pendici collinari attraverso un lungo viale di pioppi cipressini, in parte ancora riconoscibile, che lo connetteva prospetticamente al casino di caccia posto sul poggio del Belvedere.
Il complesso di opere in programma arriverà a interessare l’intero sistema monumentale e paesaggistico settecentesco sotto molteplici ambiti di intervento: il restauro delle superfici, il consolidamento strutturale dei percorsi e dei sistemi di collegamento, la messa in sicurezza della vasara, la riapertura del loggiato d’accesso alla vasara e al parterre, il restauro dei giardini storici, la revisione della rete idrica e fognaria necessaria per il recupero del Canale di Modena.

L’attività di progettazione è stata sostenuta da una corposa campagna conoscitiva e diagnostica, risultata indispensabile per impostare un intervento di restauro e valorizzazione compatibile con le istanze storiche e materiche proprie del luogo. In particolare sono state eseguite indagini di laboratorio per la caratterizzazione mineralogica e petrografica delle superfici storiche come intonaci, sagramature, cornici ed elementi in cocciopesto o pietra. In corrispondenza della vasara sono state condotte indagini strumentali volte alla restituzione delle caratteristiche costruttive e meccaniche delle murature e delle strutture voltate. Il giardino del parterre è stato anch’esso indagato attraverso una campagna di scavi archeologici, condotta sotto la supervisione scientifica della Soprintendenza competente, che ha portato alla luce interessanti preesistenze correlabili al sistema di canali storici e delle reti di adduzione delle acque del Palazzo.
In relazione alle superfici del fronte sud, l’analisi del degrado ha restituito la presenza di diffusi fenomeni causati dall’azione degli agenti atmosferici quali pioggia, gelo o esposizione ai raggi solari. Gli elementi architettonici e decorativi presentavano un impoverimento generale delle superfici, la perdita di finitura cromatica e degli strati preparatori, distacchi, rigonfiamenti, fessurazioni e lacune.

L’intervento sulla facciata ha previsto una fase di operazioni preliminari tra cui il preconsolidamento degli elementi maggiormente ammalorati, la pulitura delle superfici e la rimozione di elementi incongrui; una fase successiva di consolidamento e reintegrazione della materia esistente, ed infine una fase di revisione cromatica. L’esito di tale fase è stato definito sulla base dell’analisi stratigrafica delle pitture sovrammesse e delle cromie, che ha fornito indicazioni utili per ristabilire la corretta relazione tra gli elementi costituenti la facciata (intonaci, elementi lapidei e modellati in stucco), consentendo di individuare l’originario ruolo cromatico e gerarchico all’interno del partito architettonico.

“Oggi assistiamo con grande entusiasmo alla conclusione del restauro delle superfici del fronte meridionale che viene restituito alla città di Sassuolo in tutta la sua grandiosità e magnificenza – dichiara Alessandra Necci, direttrice delle Gallerie Estensi - Un traguardo raggiunto grazie agli sforzi di tutti i soggetti e gli enti coinvolti e che costituisce un passo importante verso la completa tutela e valorizzazione del complesso del Palazzo Ducale, già avviata con la conclusione dei lavori nel Giardino degli Obelischi”.

“Il restauro del Palazzo Ducale valorizza il nostro patrimonio e la nostra storia, restituendo alla città un simbolo della sua identità - afferma Matteo Mesini, sindaco di Sassuolo -. Non è solo un recupero estetico, ma un’occasione per riscoprirlo e renderlo vivo per cittadini e turisti. Questo risultato ci dà ancora più energia per proseguire il lavoro insieme alle Gallerie Estensi per rafforzare il legame con la città, promuovere eventi e nuovi progetti. Il prossimo passo sarà completare la riqualificazione dei giardini e della Peschiera, per completare un percorso che unisce passato e futuro”.

Un Palazzo Ducale che vedrà prossimamente importanti novità anche al suo interno con il riallestimento, attualmente in corso, di otto sale del piano nobile come depositi visitabili di opere d’arte della Galleria Estense di Modena. Circa duecentocinquanta dipinti e cinquanta sculture saranno fruibili in un nuovo ordinamento che ne metterà in risalto i caratteri stilistici, le invenzioni e le derivazioni, in un nuovo suggestivo percorso cronologico e tematico.

Gianni Galeotti
Gianni Galeotti

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie..   Continua >>


 
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