Spray nasale anti Covid per la popolazione che non si vaccinerà
Galfetti, CEO dell'azienda produttrice: 'Se la sperimentazione avviata all'ospedale San Martino di Genova andrà bene a fine anno avremo lo spray in commercio'
'Dalle statistiche a cui abbiamo avuto accesso, sappiamo che a livello Ue ci sarà una buna parte della popolazione che non si vaccinerà, si stima il 20-30%, perché è esitante o contraria o perché ha condizioni cliniche che non lo permettono. Noi con lo spray puntiamo a queste persone'. Lo afferma all'Adnkronos Salute Paolo Galfetti, Ceo di Apr.
Ma ci sono altri motivi per cui lo spray potrà essere un'arma in più contro il Covid. Il 15 maggio infatti all'Irccs ospedale San Martino di Genova partirà la sperimentazione sui pazienti per lo spray anti covid (AOS2020). Si tratta di un sistema di protezione che se inalato nelle due narici permette di ridurre la carica virale nel naso e di conseguenza anche in tutte le vie respiratorie. Lo studio clinico sarà condotto dall’Unità di Igiene del policlinico genovese e coordinato da Giancarlo Icardi. Alla ricerca parteciperanno un totale di 57 pazienti contagiati Covid-19, positivi al tampone e con sintomi lievi.'Se la sperimentazione avviata all'Irccs ospedale San Martino di Genova andrà a buon fine - prosegue Galfetti - a fine anno avremo lo spray in commercio.
L'obiettivo, oltre ad aiutare chi non è immunizzato, è poter fornire un dispositivo medico in grado di intervenire dove ancora non abbiamo certezze scientifiche assolute: la contagiosità potenziale delle persone vaccinate e quanto durerà la copertura vaccinale. In caso avremmo quindi uno spray nasale che potrà aiutarci contro il Covid, pensiamo ad esempio agli ambienti chiusi, ai mezzi di trasporto o ai teatri e ai cinema. Ci sono buone premesse e i dati preliminari ci portano ad essere molto ottimisti sulla riuscita dello spray e sull'efficacia contro le varianti del Covid'.
Il Ceo non si sbilancia, ma nel prossimo futuro dello spray potrebbe esserci anche l'uso contro altri virus respiratori. 'La storia ci ha insegnato che i virus respiratori sono temibili - ammonisce - Dobbiamo essere pronti e avere strumenti, oltre alle terapie e ai vaccini, per contrastarli'.
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