L'azienda AUSL che con soli dieci giorni d'anticipo ha disposto dal primo luglio la cessazione dei contratti di sei Medici dell'emergenza territoriale in attività a Fanano per il territorio dell'alto Frignano, ha scritto lo stesso 1 luglio agli stessi medici lasciati a casa, chiedendo loro la disponibilità di lavorare per la stessa Ausl in altre sedi della provincia dove è forte la carenza dei medici di emergenza territoriali. Questo un estratto del testo.Buongiorno,
con la presente consultazione si chiede la disponibilità ad assumere un incarico provvisorio di medico di Emergenza Sanitaria Territoriale - MET presso una delle seguenti postazioni: Mirandola, Modena, Maranello, Vignola, Pavullo
E' possibile manifestare la propria disponibilità mediante la restituzione allo scrivente indirizzo dell'allegato modello (indicare una o più sedi in ordine di preferenza), entro lunedì 07/07/2025.
In sostanza gli stessi medici appena estromessi dal servizio attraverso una mail inviata dieci giorni fa che informava loro del fatto che dal primo luglio il rapporto sarebbe cessato, ricevono dalla medesima USL un’altra mail, stavolta per chiedere la loro disponibilità a ricoprire incarichi provvisori… in altre sedi della provincia, tra cui Pavullo, Mirandola e Maranello.
Intanto, sulla montagna modenese, la situazione è stata proprio, nel primo giorno di assenza dei medici di d'emergenza territoriale, letteralmente da bollino rosso. Nella sola mattinata odierna, si sono verificati almeno tre interventi di emergenza di livello critico (codici rossi), 'tutti gestiti in assenza del supporto medico territoriale' - sottolinea il sindacato dei medici Snami. 'Nessuna automedica di rinforzo è stata inviata' - afferma lo Snami -, né è stato predisposto un piano alternativo per coprire l’area montana. Peggio ancora: secondo fonti interne, alle altre postazioni non è stata fornita alcuna istruzione operativa su come sopperire all’assenza di Fanano'
Lo spettro delle cooperative
La vicenda assume contorni ancora più controversi se si osserva il retroscena economico. Quegli stessi medici, estromessi dal pubblico, hanno già ricevuto proposte anche da parte di cooperative private che – ironia della sorte – operano proprio per conto della stessa USL. È quanto denuncia anche lo SNAMI Emilia-Romagna, sindacato dei medici, che parla di una 'gestione schizofrenica' delle risorse umane.Ricordiamo che l'Ausl dovrebbe non rinnovare i contratti di affidamento in essere con le cooperative esterne (attualmente quelli attivi, in scadenza in autunno, sono principalmente per la copertura di turni al pronto soccorso di Carpi e al Pronto Soccorso di Mirandola).
Il silenzio e la censura
A preoccupare gli operatori, stando a quanto riferito da SNAMI, il clima non certo disteso che viene fatto vivere agli operatori rispetto a quanto sta succedendo ai medici della medicina di emergenza azienda ai quelli sarebbe stato espressamente chiesto di non commentare all’esterno la situazione, alimentando un clima di silenzio forzato che il sindacato definisce “inaccettabile in un sistema sanitario democratico”.'La domanda, a questo punto, sorge spontanea: perché l’USL ha deciso di cessare un servizio così cruciale in un’area montana e disagiata, dove già la carenza di presidi sanitari è strutturale?
Nel frattempo, l’Alto Frignano resta senza medici di emergenza territoriale. E se qualcuno oggi dovesse aver bisogno urgente di soccorso, dovrà sperare che l’ambulanza arrivi in tempo, e che, conclude Snami, una volta arrivata, ci sia ancora qualcuno a bordo capace di fare la differenza tra la vita e la morte'.
Gi.Ga.