La nota, inviata dal Settore Emergenza Territoriale dello SNAMI alle istituzioni locali e regionali, parla di un “gravissimo atto unilaterale” e denuncia l’interruzione della copertura medicalizzata 118 nel pieno della stagione estiva, in un’area montana con forti criticità orografiche e una popolazione fragile sia tra i residenti sia tra i villeggianti.
Secondo il sindacato, i medici in servizio erano pienamente operativi e in grado di garantire la continuità dell’assistenza, senza alcun segnale che potesse prefigurare una cessazione dei contratti. La mancata attivazione di un confronto preventivo con le sigle rappresentative del settore viene definita “una violazione del principio di leale collaborazione” e un atto che “pone a rischio l’equità e l’efficacia del servizio sanitario pubblico”.
SNAMI sottolinea anche come nei mesi passati siano state avanzate proposte operative per garantire la funzionalità del servizio di emergenza — tuttora attive — che però non hanno ricevuto risposte adeguate da parte dell’azienda sanitaria.
Il sindacato chiede infine un “intervento urgente della Prefettura e delle istituzioni regionali” per ripristinare le corrette relazioni sindacali e garantire la piena operatività di un servizio ritenuto essenziale per la sicurezza sanitaria delle comunità montane modenesi.