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Lo scorso 3 febbraio i lavoratori dell’Ufficio delle Dogane di Modena avevano indetto lo stato di agitazione 'per evidenziare la grave situazione venutasi a creare, a causa delle mancate assunzioni a fronte dei tanti pensionamenti e a causa dell’attuazione della Brexit, con la contemporanea decisione di un grande corriere internazionale di costituire nel territorio modenese il proprio Hub, concentrando, quindi, centinaia di migliaia di operazioni proprio sull’Ufficio delle Dogane di Modena'.
'A seguito degli interventi tampone posti in essere dall’Amministrazione dopo questa protesta, con soluzioni comunque giudicate temporanee e transitorie, i lavoratori responsabilmente decidevano di sospendere lo stato di agitazione, in attesa di ulteriori interventi strutturali con incremento dell’organico - spiega in una nota USB Pubblio impiego Agenzie Fiscali -. Secondo i dati forniti dalla stessa amministrazione, già lo scorso anno l'ufficio delle Dogane di Modena era risultato molto carente con circa il 40% di personale in meno.
Con l’avvento della brexit, si è verificato nel primo trimestre di quest’anno un aumento di circa il 500% in più delle operazioni doganali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La situazione, già difficilissima per le citate carenze di organico, è diventata assolutamente ingestibile, con chiare ricadute anche su tutte le altre attività dell'ufficio.
'Il 25 febbraio abbiamo chiesto al Direttore Interregionale Emilia Romagna-Marche, la convocazione di un apposito tavolo per verificare lo stato della situazione a distanza di un mese dai primi interventi e per definire le iniziative per superare le criticità dell’Ufficio. La richiesta non ha avuto seguito, così come non è stata fornita alcuna risposta neanche al successivo sollecito inviato in data 30 marzo. Riteniamo inconcepibile che, di fronte ad una così grave situazione, si scelga di ignorare la
voce dei lavoratori - chiude Usb -. Alla luce di questo comportamento la scrivente O.
S.
ritiene che siano venuti meno i presupposti della sospensione dello stato di agitazione che viene dunque ripreso e contemporaneamente annuncia che, sentiti i lavoratori, saranno assunte iniziative di tutela, a partire a partire dalla indisponibilità a effettuare operazioni al di fuori dell’orario ordinario di lavoro. Le mancanze organizzative da parte dell'amministrazione non possono essere fatte ricadere sulle spalle dei lavoratori'.
Redazione Pressa
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