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Nel periodo particolarmente surreale che stiamo vivendo le mie parole si perderanno come gocce in un mare.
Oggi tutti gli italiani ringraziano medici e infermieri per quello che fanno: salvare vite, con amore, spirito di sacrificio, abnegazione, mettendo a rischio la propria vita. Ma è così da sempre.
La mia storia lo dimostra.
Il 20 febbraio dello scorso anno, su consiglio della dottoressa Sandra Zironi, dopo aver effettuato diversi esami, sono stato sottoposto ad un intervento chirurgico di laparoscopia esplorativa e biopsie epatiche e peritoneali.
Il risultato istologico sentenziò: “mesotelioma papillare ben differenziato del peritoneo”. Tumore raro, lento, che aveva intaccato parecchi organi.
Per avere ulteriori pareri mi recai al IRCCS Istituto nazionale tumori di Milano.
Stessa diagnosi e unica soluzione prospettata: l’intervento chirurgico.
In ragione della pericolosità e difficoltà di tale intervento, mi venne consigliato di prendere appuntamento con un chirurgo, luminare in materia.
Contestualmente vengo a conoscenza che nella mia città c’è una professoressa in grado di eseguire questo tipo di intervento.
Dopo aver consultato la professoressa Roberta Gelmini, donna determinata, sicura, professionale e soprattutto umana, che mi ha dato forza e speranza, il 7 maggio 2019 venni ricoverato presso il reparto di chirurgia generale d’urgenza e oncologica del Policlinico Modena.
Nella medesima giornata venni sottoposto ad un intervento chirurgico di “peritonectomia totale - resezione di retto-sigma con confezionamento di anastomosi colo-rettale meccanica - emicolectomia destra con confezionamento di anastomosi ileo-colica meccanica - colecistectomia - mesenterectomia delle ultime anse ileali - resezione del legamento rotondo - splenectomia - wedge epatica di noduli presenti sul segmento I e VI - elettrocauterizzazione di noduli epatici sul IV e III segmento - omentectomia - asportazione di nodulo neoplastico della regione antrale dello stomaco - exeresi di gettone diaframmatico destro - HIPEC con Cisplatino Mitomicina”.
Furono diciassette ore di sala operatoria. Oggi, dopo un anno, sono ancora qui per testimoniare che un angelo e il suo staff mi hanno salvato la vita.
Grazia al dottor Zironi per la perseveranza nel cercare l’origine del mio male, grazie alla professoressa Gelmini per la speranza e il futuro che mi ha regalato e grazie a tutti i dottori e infermieri che hanno contribuito a salvarmi la vita.
Roberto Speranza
Nella foto la professoressa Gelmini
Redazione Pressa
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