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'Il Modena? L’allenatore è il meno colpevole. È tempo di riflettere anche sul direttore sportivo'

'Il Modena? L’allenatore è il meno colpevole. È tempo di riflettere anche sul direttore sportivo'

Giovanni Botti: 'Se si cambia mister bisogna farlo in fretta. Il DS Catellani ha grande esperienza, ha fatto benissimo con le giovanili ma con la prima squadra nessuna scommessa vinta'


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Giovanni Botti, direttore vivo Modena e apprezzata voce del radiocronache delle partite casalinghe in diretta su Gamma Radio traccia un bilancio lucido e a tratti amaro sull’annata appena conclusa. Lo fa partendo da un punto ben preciso: il tecnico, in questo caso e non solo, non è il vero responsabile di una squadra che ha deluso, soprattutto nel momento decisivo ma che grazie a lui che l'ha recuperato in un momento difficile si è salvata anche in anticipo.Giovanni, cominciamo dal tecnico. Hai affermato che l’allenatore Paolo Mandelli è forse il meno colpevole. Perché?
'Perché ha preso in mano una squadra in grande difficoltà, penultima in classifica e con una difesa che incassava gol a raffica. Non era un gruppo costruito da lui, eppure è riuscito a portarlo alla salvezza con una giornata d’anticipo. Ha dovuto rinunciare al suo calcio, perché lui è un “zemaniano” convinto, uno da 4-3-3 offensivo. Invece si è adattato, ha cercato di raddrizzare la barca in corsa. E ci è riuscito'.E allora su chi va fatta la riflessione principale?
'Anche sul direttore sportivo, senza dubbio. Catellani era alla sua prima stagione da DS della prima squadra, e questo va riconosciuto.
Come va riconosciuta la sua grande esperienza ed avere fatto bene nelle giovanili, ma è anche vero che, ad oggi, in prima squadra, non si vedono scommesse vinte. Le scelte sono state spesso discutibili, alcuni acquisti hanno reso molto meno del previsto. E soprattutto, la prima responsabilità di un direttore sportivo è la scelta dell’allenatore'.Parliamo della conferma di Bisoli?
Esattamente. Già da subito sembrava non esserci piena fiducia. E quando si parte così, è difficile costruire qualcosa. Ma il problema più grande è che, da Tesser in poi, il Modena non ha più azzeccato un allenatore. Ora bisogna fare una scelta chiara, netta, immediata. Decidere chi sarà la guida tecnica il prima possibile, perché da lì dipendono tutte le altre decisioni'.Ad esempio?
'Come capire chi tenere e chi lasciar partire. Anche tra i giocatori che hanno deluso, come Pedro Mendes, che probabilmente si è trovato in una squadra non adatta alle sue caratteristiche. L’allenatore che arriverà dovrà dire: questo sì, questo no, questo lo mandiamo in prestito. Basta esperimenti. Serve una linea tecnica chiara, condivisa tra panchina e direzione sportiva'.Guardando indietro, il Modena era stato dato per favorito per i playoff. Cosa è successo?
'Dopo la vittoria di Bari, era a pari punti con Cesena e Bari per l’ottavo posto, con tre partite su quattro da giocare in casa.
Ma nel momento cruciale si è spenta la luce. Ed è riemerso un problema che ha segnato tutta la stagione: la fragilità caratteriale. Anche il rinvio della partita con Cesena non può diventare una scusa. Quando la posta in palio è alta, una squadra forte si compatta. Il Modena no'.Una stagione amara, dunque?
'Amara sì, ma non tutto è da buttare. Proprio per questo serve lucidità ora. Serve una scelta vera, e fatta in fretta. Perché il tempo delle giustificazioni è finito'.Gi.Ga.
Foto dell'autore

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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