Matteo Rivetti ha precisato che la società aveva intavolato diversi colloqui con altri profili, senza però raggiungere accordi concreti; tutti o quasi gli allenatori ad oggi liberi sono stati affiancati, da radiomercato, alla panchina del Modena; Semplici, Aquilani, Stroppa, Ballardini, Iachini, Pirlo, Giampaolo (poi finito al Lecce), Cosmi, Zaffaroni (poi accasatosi al SudTirol), Castori (che ora pare in procinto di andare a Salerno), Bucchi, Breda, sono più o meno entrati nel toto nomi come successori di Bisoli, in un vortice di nomi che però la società non ha mai confermato, preferendo la strada del silenzio e del lavoro rispetto a quella dei proclami e dei nomi, magari altisonanti, ma fini a sé stessi.
Mandelli ha dunque la chance di potersi giocare il ruolo di primo allenatore, e di confrontarsi con il calcio professionistico; conosce l’ambiente, la piazza, i giocatori ed ha la stima della società; in più avrà a disposizione le due settimane della sosta per proporre la sua idea di calcio alla squadra ed entrare in sintonia con lo spogliatoio.
La conferma
Tocca dunque a Mandelli dare stabilità alla squadra, e “normalizzare” lo spogliatoio, finito in un vortice che poteva essere pericoloso; la prima, con la Carrarese è andata bene, e Mandelli dovrà a questo punto essere bravo a infondere tranquillità ai giocatori facendo loro recuperare quella necessaria serenità che probabilmente sotto Bisoli stava venendo a mancare, anche in considerazione dei risultati conseguiti, apparsi al di sotto delle aspettative; i risultati delle prime giornate, che hanno portato all’esonero di Bisoli, hanno certamente indebolito la forza del gruppo, destabilizzandone le sicurezze, e la squadra è andata via via smarrendo le proprie certezze ed è venuta a trovarsi improvvisamente in una situazione di classifica rispetto alla quale non era preparata, dopo i proclami di Bisoli che si diceva sicuro di finire nella parte sinistra della classifica.
A Mandelli il compito di
Se son rose fioriranno…
Corrado Roscelli