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Sono otto i docenti universitari indagati in Emilia-Romagna nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Firenze sui presunti concorsi truccati, che coinvolge in tutto 59 persone. Di questi otto, ben sei lavorano all'Universita' di Bologna (anche se uno insegna nel campus di Ravenna), mentre un'altra docente fa parte dell'Universita' di Modena e Reggio Emilia e l'ultimo insegna all'Ateneo di Ferrara. I sei indagati bolognesi sono, oltre al direttore della Scuola europea di alti studi tributari (Seast) dell'Alma Mater Adriano Di Pietro, finito agli arresti domiciliari, Andrea Carinci, Giangiacomo D'Angelo, Andrea Mondini, Thomas Tassani e Francesco Tundo. Per tutti loro, eccetto Mondini, il gip fiorentino Antonio Pezzuti ha disposto l'interdizione per un anno dall'insegnamento e da ogni altro incarico accademico.
In particolare, il magistrato usa parole molto dure nei confronti di Tassani, che 'non e' stato solo consigliere di Di Pietro ed esecutore delle sue direttive' ma si e' anche speso attivamente 'affinche' l'accordo corruttivo fosse concluso e comprendesse anche l'abilitazione' di un candidato. Non viene risparmiato neppure D'Angelo, che oltre ad essere 'consapevole del programma criminoso di Di Pietro', si e' anche prestato a scrivere, sotto dettatura del docente, la lettera anonima con varie accuse nei confronti dell'altro commissario Fabrizio Amatucci. Per quanto riguarda Carinci il gip si limita a sottolineare la sua 'sicura partecipazione al reato', allo scopo di favorire il raggiungimento di un accordo tra i commissari. Tundo, invece, 'protetto' di Amatucci, avrebbe fornito all'altro commissario Giuseppe Zizzo 'informazioni sui candidati dei commissari di parte avversa per favorire il suo 'ostracismo''.
Molto meno grave la posizione di Mondini, che si è limitato ad ascoltare Di Pietro e a chiedergli spiegazioni, e per cui infatti e' stata rigettata la richiesta di misure cautelari. Un anno di interdizione, infine, anche al docente dell'Universita' di Ferrara Marco Greggi, candidato all'abilitazione a cui Di Pietro commissiono' la stesura dei propri giudizi sugli altri candidati, e a Maria Cecilia Fregni dell'Università di Modena e Reggio Emilia, indicata - riporta la Dire - come 'portavoce' del docente dell'Universita' milanese Bicocca, Francesco Tesauro. In pratica, Fregni avrebbe riportato ad Amatucci 'i desideri di Tesauro', e avrebbe fornito al docente della Bicocca i numeri di telefono dei commissari, scrivendo a uno di essi una lettera sotto dettatura dello stesso Tesauro.
Redazione Pressa
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