'Scuola, folle ritornare in aula senza aver cambiato nulla'
'Saremmo lieti di tornare alle lezioni in presenza se si fosse agito in questi mesi per garantire quel distanziamento fisico tra gli studenti ritenuto balisare'
sono una mamma di una bambina che frequenta il primo anno di scuola secondaria di Primo Grado a Modena.
La presente per esternarvi la mia preoccupazione per la ripresa delle attività didattiche scolastiche in presenza e soprattutto per richiedere se si può prevedere la possibilità di continuare la frequenza in Dad.
Questa richiesta è motivata dal fatto che negli ultimi due mesi si sono presentati diversi focolai scolastici nella classe che frequenta mia figlia e sono molto preoccupata della mancanza di linee guida precise sulla ripresa della frequenza.
In particolare non è possibile per un anno dichiarare da parte del comitato tecnico scientifico e del Governo l'impossibilità di mandare i propri figli e migliaia di insegnanti e amministrativi a scuola nelle zone rosse e poi cambiare idea senza dati scientifici e in presenza di contagi elevati. Ci vuole chiarezza. È indispensabile tutelare la salute sia degli studenti che del personale scolastico.
Lo Stato deve garantire la salute delle famiglie. O si spiegano quali presupposti sono cambiati o si dovrà chiarire in tribunale questo atto di presunta irresponsabilità.
Saremmo ben lieti di tornare alle lezioni in presenza se solo si fosse agito in questi mesi per garantire quel distanziamento fisico tra gli studenti che il Comitato tecnico scientifico ha indicato basilare per ridurre il contagio, ma continuiamo ad avere tantissime classi con oltre 25 alunni concentrati in meno di 40 metri quadrati. Ne consegue che il distanziamento non è garantito. Ecco perché serve mettersi subito all’opera per ampliare quegli spazi, non si può perdere altro tempo.
È doveroso come genitore mantenere tutte le perplessità su questa folle decisione di riaprire le scuole, soprattutto nelle zone rosse. Non mi risulta che siano state implementate e garantite tutte le misure di riduzione di contagio negli istituti... Anzi.
Pensare di avere risolto tutto in questo momento di picco di contagi e di eccessivi casi di varianti del virus ed imporre agli studenti la didattica in presenza è riduttivo e sconsiderato.
Il Governo Draghi appare peggiore del precedente perché ha deciso il rientro a scuola in presenza (anche nelle zone rosse) dal 7 aprile 2021, dopo le vacanze di Pasqua. A tornare in classe senza che siano garantiti i protocolli di sicurezza saranno i bambini fino alla prima media.
È fondamentale quindi mettere in piedi un sistema di monitoraggio sicuro e costante che consenta di tenere sotto controllo eventuali focolai. È almeno stata prevista la possibilità o a qualcuno è venuta l’idea di avvalersi di tamponi rapidi, eseguiti il primo giorno e poi ripetuti ogni settimana prima dell’ingresso a scuola no?
Diletta Bellei
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