È davvero una primavera difficile per Riccardo Righi. Solo in questi ultimi giorni, infatti, ha dovuto rintuzzare le giuste proteste sulla vicenda Aimag, sul fotovoltaico, sui cantieri di via Roosevelt. E oggi la protesta dell'AC Carpi, che è stato esclusa in malo modo dall’assegnazione dei campi comunali.Il Carpi, che conta dodici squadre e che con le sue giovanili sta dando la possibilità di fare sport a tantissimi giovani, sarebbe stato escluso attraverso le linee di indirizzo emanate in questi giorni dalla giunta Righi. Leggendo gli atti – peraltro palesemente clonati in larghe parti da atti analoghi di altre amministrazioni pubbliche - si evince che la normativa di riferimento è il D.lgs 38/2021, che dice che “nei casi in cui l’ente pubblico territoriale non intenda gestire direttamente gli impianti sportivi, la gestione è affidata in via preferenziale a società e associazioni sportive dilettantistiche (…) sulla base di convenzioni” Ma nella
delibera di indirizzo l’assessore allo sport, Mariella Lugli, è andata ben oltre la legge. Stabilendo che “la selezione dei soggetti a cui affidare la gestione di impianti sportivi comunali senza rilevanza economica avverrà attraverso la pubblicazione di un apposito avviso”, dando via quindi alle manifestazioni di interesse.
Ma che “le successive convenzioni che saranno stipulate con tali soggetti dovranno orientarsi secondo criteri” il primo dei quali è “l’iscrizione al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche (RASD)”. Escludendo così senza appello il Carpi, società professionistica. Che, secondo il Comune, dovrebbe fare giocare dodici squadre in un solo campo. Cosa ovviamente impossibile. Con il paradosso che la prima squadra della “Città dello sport” è costretta a giocare in campi fuori città e, a volte, anche fuori dalle Terre D’argine.Non si tratta quindi di un “errore di comunicazione” come è stato detto in questi giorni. Ma di una scelta politica che va in una direzione ben precisa. Per motivi tutti da comprendere ma che, per esperienza, difficilmente derivano da leggerezze o errori. Il Presidente del Carpi, Claudio Lazzaretti, investe in proprio risorse notevoli e la squadra non riceve di fatto aiuti pubblici. Per esempio sta chiedendo inutilmente da svariati anni un campo sintetico che rimanga decente in inverno – campo che esiste addirittura nella vicina Soliera e in altri comuni ben più piccoli - ma nonostante le diverse promesse non è mai stato realizzato.Ma questo vale per tante altre discipline, oltre al calcio, con ragazzi costretti a emigrare nei comuni limitrofi.
E la delibera presta il fianco alle critiche delle stesse associazioni di dilettanti, che sostengono che si richiederebbero onerose migliorie agli impianti. Mentre i soldi finiscono in inutili rotonde e aiuole.
Forse un disegno complessivo c’è: resta da capire quale.
Magath