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Amo, chi aveva la firma per eseguire i bonifici? Ora la Agenzia delle Entrate chiederà anche conto dell'Iva?

Amo, chi aveva la firma per eseguire i bonifici? Ora la Agenzia delle Entrate chiederà anche conto dell'Iva?

Va anche ricordato che dal 2019 c’è la fatturazione elettronica e tutto va direttamente sul cassetto fiscale: quindi diventa facile per l’AdE fare dei controlli


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Andando un po’ più a fondo nelle diverse ricostruzioni fatte sul caso Amo e sugli oltre 500.000 euro scomparsi dalle casse dell’azienda modenese – ben 50.000 dei quali pare usciti dal bancomat dell’Amministratore unico - ci siamo posti una domanda tecnica. Che vogliamo girare a Andrea Bosi, il nuovo amministratore indicato dal sindaco Massimo Mezzetti.
La domanda non è quella scontata che tutti si fanno: come è possibile che tutti questi bonifici e che l’uso smodato del bancomat di Stefano Reggianini, oggi segretario del PD, siano passati inosservati in tutti questi anni? A fronte di un sistema di controlli interni, di consulenti contabili, di revisori dei conti, di collegi sindacali, nessuno che abbia notato nulla?
 

La domanda non è neanche quella - un po’ più delicata – di chi abbia in Amo la possibilità fisica di eseguire i bonifici. Perché nelle aziende private di dimensioni simili, i bonifici vengono normalmente predisposti da diversi addetti, ma la loro esecuzione è demandata a altri addetti di livello superiore, con poteri di firma. Non sappiamo se questo fosse anche il protocollo in Amo: ma i due casi possibili portano a valutazioni ugualmente gravi: perché se i bonifici erano nella piena e autonoma disponibilità della dipendente,
significa che i sistemi di controllo erano assolutamente inadeguati alla dimensione dell’azienda – oltre che alla sua connotazione pubblica; se invece esiste un superiore della dipendente con poteri di firma, egli non ha eseguito i doverosi controlli – neanche a campione.
 

Ma queste domande rientrano nell’annovero delle opinioni, anche politiche, e ammettono quelle risposte vaghe, attendiste, di circostanza che abbiamo sentito in questi giorni.
 

La domanda che invece vogliamo fare a Bosi è molto più tecnica e specifica: sui bilanci e sulle dichiarazioni Iva di Amo dal 2019 in poi sono in corso delle rivalutazioni, alla luce di quanto accaduto, anche con l’Agenzia delle Entrate? Perché la cifra di 500'000 euro in un qualche modo deve essere finita in contabilità con qualche causale. Da qualche parte deve risultare nelle prime note e nei registri iva. Di certo non possono essere stati caricati 500'000 euro di scontrini del bar e ricevute del ristorante senza intestazione. Allora chiediamo a Bosi: questi 500'000 euro sono stati messi a costo? Detratti dall’utile? L’Iva è stata detratta a sua volta? E per questo ci potrebbero essere degli accertamenti e delle sanzioni dell’AdE, tali da arrecare a Amo ulteriori danni?
Va anche ricordato che dal 2019 c’è la fatturazione elettronica e tutto va direttamente sul cassetto fiscale: quindi diventa molto facile per l’AdE fare dei controlli incrociati. Che sfortunata la dipendente: prima del 2019 le sarebbe stato più facile alterare le scritture senza essere scoperta.
Eli Gold
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Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul direttore della tes...   

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