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Carpi stasera vota l'addio al controllo pubblico di Aimag: la vittoria dei salotti buoni in ecopelle radical chic

Carpi stasera vota l'addio al controllo pubblico di Aimag: la vittoria dei salotti buoni in ecopelle radical chic

I dividendi fanno gola e così ne arriveranno tantissimi. Come i posti da consigliere di amministrazione e non solo


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Con il voto di questa sera del Consiglio comunale di Carpi si conclude il primo capitolo della saga Aimag-Hera. Con Riccardo Righi a chiudere un anno nel quale la grande finanza - quella delle borse internazionali, dei fondi speculativi e dei salotti buoni in ecopelle radical-chic - ha dimostrato tutta la sua forza. Una forza che va ben oltre la politica. La politica dei programmi elettorali. La politica dei referendum. La politica dell’acqua pubblica, delle tariffe sociali, delle manutenzioni, della differenziata, dell’occupazione locale. La politica buona. Non la politica delle falle e degli inceneritori. Non la politica delle deliberazioni e delle strategie fallimentari degli ultimi 15 anni, fra cambi di presidenti, patti di sindacato, società di consulenza, “grandi Aimag”, acquisizioni, fusioni, dismissioni e tutte quelle tristi amenità alle quali si sono dedicati consiglieri, sindaci, dirigenti e amministratori del territorio invece di fare l’unica cosa necessaria: decidere.
 

Per arrivare all’anno di grazia 2024 a sostenere che Aimag, senza Hera, sarebbe a rischio bancabilità – ci sia consentita questa estrema brutalità nella sintesi delle 15.000 pagine a supporto di questa tesi. Noi non ci crediamo. Come non ci credono in molti. Anche perché i bilanci hanno sì subito alcuni scossoni, ma sono in ripresa.
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E a nostro parere in tutto ciò ci potrebbe essere un’inversione causa-effetto. Nel senso che i bilanci non sono le Tavole della legge, che la loro interpretazione non la fa Mosè e che a volte si possono dare interpretazioni diverse, ma anche fare scelte strategiche e operative diverse, in base al risultato finale che si voglia ottenere.
 

Ok è tutta filosofia. Ma anche quella che Righi ha portato negli incontri e nei consigli comunali è tutta filosofia. Supportata da dirigenti che prima di lavorare in Aimag lavoravano in Hera. Supportata da sindaci revisori che sono gli stessi di metà dei comuni della provincia e di Amo. Supportata da esperti, pagati dai comuni, che hanno riproposto gli stessi dati di chi li ha preceduti senza alcun minimo accenno critico. Supportata da commissioni nelle quali le domande dei commissari erano già scritte - e gli esperti parevano avere già note le domande e pronte le risposte. Tutto in latinorum.
 

Ma si può presentare nei consigli atti così arzigogolati? Un piano strategico così complesso che nessuno o quasi dei consiglieri, come della stampa, possa davvero comprenderlo? Nel dubbio tutti coloro che fanno capo ai sindaci lo voteranno. Mentre tutti colori che sono in minoranza non lo voteranno, fra astensione e contrari.
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Con il PD e il centrodestra simmetricamente spaccati fra bassa e carpigiano. Tutti contro tutti in ordine sparso. Perché?
 

Perché i sindaci, Righi per primo, non sanno più gestire Aimag: non voglio studiare, non vogliono rogne, vogliono tagliare nastri. Così facendo ci penserà qualcun altro. E perché i dividendi fanno gola e così ne arriveranno tantissimi. Come i posti da consigliere di amministrazione e non solo. E perché, dicono, nessuno farà ricorsi e esposti come per A2A.
Illusi.
 

Magath
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Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della testata.  Ci sono...   

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