Il primo: De Rosa con questo atto mostra che in Italia esiste un centrodestra liberale che non ha alcun problema a definirsi con forza antifascista, senza vene nostalgiche e rigurgiti legati al Ventennio. Scontrandosi apertamente con gli alleati meloniani e leghisti (che infatti hanno preso immediatamente le distanze dalla mozione) e con una fetta stessa del suo partito (gli ex An da Enrico Aimi in su o in giù non pare abbiano gradito), De Rosa ha sgombrato il campo, facendosi promotore di una condanna netta. In un paese dove un consigliere regionale nonchè segretario provinciale di Fdi (Ferdinando Pulitanò, nella foto) per festeggiare l'elezione a Bologna si fa fotografare davanti alla locandina missina di Almirante e dove ancora tanti ex An si salutano stringendosi l'avambraccio come novelli gladiatori, pure orgogliosi del loro bell'atteggiamento, questa presa di posizione è tutt'altro che banale.
Il secondo: il testo della mozione non lascia spazio a dubbi. 'Benito Mussolini è stato il Capo del regime fascista, responsabile della soppressione delle libertà civili, politiche e sociali, di assassini e di torture di matrice etnica e politica' - scrive De Rosa. Ecco, tanto per essere chiari. Con buona pace di chi continua ad affermare che comunque Mussolini ha fatto anche cose buone, che ha bonificato le paludi e altre amenità. Con buona pace di chi, parlamentari, ministri e pure presidente del Senato, ancora non si vergogna di tenere in casa il busto pelato, che oltre ad essere un brutto vedere è pure anticostituzionale. Stessi personaggetti da avanspettacolo, un tempo giustamente ritenuti impresentabili, che poi affermano che parlare di fascismo è 'anacronistico': se è anacronistico allora iniziassero a gettare in discarica quei patetici cimeli. Adatti nemmeno alla sagra della rana fritta, che la rana, almeno lei, non va in giro ad alzare la zampa destra.
Il terzo: De Rosa ha svelato tutta l'ipocrisia di un centrosinistra che da sempre ha cercato di monopolizzare l'antifascismo. Per il Pd la condanna del Ventennio è roba da gestire in esclusiva, buona per ogni campagna elettorale e arma per accusare ogni avversario di essere appunto fascista (vennero etichettati così addirittura gli attuali alleati grillini, poverini loro).
Giuseppe Leonelli

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