Ebbene, qualora tra qualche mese tutto questo delirio scollegato da ogni logica (è ormai evidente come riporta anche un recente studio The Lancet che i contagi avvengono tra vaccinati e non vaccinati in misura simile, pur con conseguenze più gravi tra i secondi) dovesse finire, cosa resterà del patto sociale che finora ha unito bene o male il Paese?
E' questa l'eredità più gravosa, insieme al disastro economico che corre in parallelo, che la folle gestione della pandemia ci lascia.
Chi dimenticherà la cattiveria con cui le istituzioni, non i cittadini, ma le istituzioni, si sono accanite contro uomini e donne che sino a ieri si erano riconosciuti nello Stato?
Chi dimenticherà l'abominio subito da bambini di 12 anni costretti a non salire su un bus insieme ai compagni di classe ed esclusi dai campi di gioco?
Chi dimenticherà il dramma di genitori che per mantenere fede ai propri principi, giusti o sbagliati non importa ma in ogni caso legittimi, hanno perso il lavoro, hanno subito l'umiliazione di non avere lo stipendio per la propria famiglia?
Chi dimenticherà i sorrisi e le battute grottesche di coloro che 'non vedevano il problema', perchè in fondo 'anche a militare si faceva la puntura' e 'il vaiolo è stato debellato'?
Chi dimenticherà le offese criminali di chi ha definito uomini e donne liberi che non hanno commesso alcun reato, sorci e che indicandoli come nemici, hanno augurato la loro morte?
Chi dimenticherà le parole, poi rivelatesi completamente false, del premier Mario Draghi sui luoghi non contagiosi grazie al green pass, quelle divisive del Capo dello Stato rieletto Sergio Mattarella nel discorso di fine anno con una implicita distinzione tra italiani buoni e cattivi e quelle del Papa su presunti 'atti d'amore' dei vaccinati da contrapporre evidentemente ad atti d'odio?
Tutto questo non si potrà dimenticare e lascerà una ferita profonda nel tessuto sociale già lacerato dalla crisi economica, istituzionale e valoriale del nostro Paese.
Giuseppe Leonelli
Foto Italpress