Emilia-Romagna, c’è poco da fare: anche questa volta il centrodestra perderà le regionali e anche male. Lo si vede dalle candidature a livello provinciale, fatte solo per occupare i pochi posti disponibili con nomi già noti da mesi. A Modena FdI candida Annalisa Arletti, moglie del senatore Michele Barcaiuolo, in tandem con Ferdinando Pulitanò, loro fedelissimo. La Arletti è stata candidata a sindaco di Carpi, dove è stata doppiata dal candidato del Pd, Riccardo Righi. Più di un osservatore aveva intravisto nella sua candidatura – così come in tutto il percorso avviato dieci anni prima - un trampolino di lancio verso le regionali. E così è stato. La presentazione ufficiale
ci sarà il 16 settembre alla Meridiana, alla presenza del deputato Elena Dondi e del viceministro Galeazzo Bignami, oltre al marito e coordinatore regionale del partito Barcaiuolo. Ma, ci tengono a farci sapere sui giornali, “Roma ha espressamente indicato il nome dell’Arletti”. Come a dire che le polemiche sul familismo di FdI non sono che qualche foglia secca sul percorso fiorito verso via Aldo Moro.La polemica sulle candidature e sulle differenti scelte fra Carpi e Modena è tecnicamente motivata: perché Arletti e non Federica Carletti, che ha preso quasi 600 preferenze a Carpi?
E perché Pulitanò e non il candidato sindaco nel capoluogo, Luca Negrini? Ma familismi e preferenze personali a parte, perché Arletti e Pulitanò, politicamente parlando, sarebbero candidature a perdere?
Perché la differenza fondamentale fra Pd e Fdi è proprio nella composizione delle liste e nella gestione dei voti. Nel Pd le candidature sono proposte a livello locale, con i territori che indicano i candidati scelti fra i migliori e più rappresentativi, e ratificate in assemblea. E fra gli otto candidati almeno 5 o 6 sono davvero molto competitivi e potranno giocarsi l’elezione. Invece in Fdi le candidature le decide il vertice, scegliendo – pare - su altre basi. E ancora prima di completare le liste il partito decide su chi far convergere tutti i voti. Come cinque anni fa è stato con Barcaiuolo, oggi sarà con la moglie.Con l’ovvia conseguenza che per il Pd ogni territorio farà il massimo per supportare i propri candidati, tutti, raccogliendo molte preferenze anche non di area. E ognuno di essi investirà decine di migliaia di euro nella campagna, raccolti fra aziende e professionisti ben felici di finanziare il partitone.
Oltre a cercare consenso in tutte le associazioni, circoli, bocciofile e parrocchie.
Invece in casa Fdi ogni territorio farà il massimo per dirottare i voti di area verso il candidato scelto dal vertice, senza uscire dalla mezzeria. I candidati designati non dovranno spendere troppo, avendo già i voti del partito. Mentre i candidati riempilista non investiranno un euro nella campagna. E questo, assieme alla qualità politica intrinseca dei candidati, spiega il divario di 5/10 punti o anche più fra amministrative e politiche, anche se tenute lo stesso giorno.
Magath