A Modena la giunta guidata da Massimo Mezzetti qualche segnale in questo senso lo sta dando: i risultati andranno analizzati nel tempo, ma intanto vanno premiate le intenzioni e i piccoli successi già ottenuti.
Le prime avvisaglie di un cambio di rotta vi erano state con la mostra su Dalì (foto sotto). Nata nel contesto del Festival filosofia, l'esposizione - curata e basata su un percorso stimolante e per molti aspetti inedito - si è rivelata un indubbio successo, tanto da essere prorogata per mesi, trasformandosi nella prima vera mostra riuscita a Modena dopo decenni (per carità umana non rivanghiamo le centinaia di migliaia di euro spesi per il famoso Manichino della storia). Decisamente meno entusiasmante la mostra sugli Egizi, ma comunque - almeno in termini di visibilità oltre provincia - qualcosa si è portato a casa anche in quel caso.

Ora l'idea di trasformare piazza Sant'Agostino in un luogo di appuntamenti estivi va certamente in una direzione inaspettatamente promettente.
Per accogliere spettacoli, musica, attività legate all’arte, da luglio a settembre verrà infatti pedonalizzata l’area compresa tra il Palazzo dei Musei e il cantiere dell’ex Ospedale. Sull’altro lato della piazza, invece, tra l’accesso al Palazzo dei Musei e il sagrato della chiesa, è previsto un dehors con l’area ristoro e uno spazio per le iniziative coordinate da Fondazione Ago: una ventina di appuntamenti in programma ogni sera (al martedì, al mercoledì e al giovedì) con dialoghi attorno all’arte, workshop e laboratori per bambini e le anticipazioni sulle mostre e le attività in programma.
Nulla di stravolgente, ma comunque un segnale di attenzione in termini di vivibilità che in passato non vi è stato. Così come non va sottovalutata la scommessa legata alla ruota panoramica e alle altre attività che verranno installate al Novi Sad: al di là delle ironie, una iniziativa simile, male non può fare di certo.
Insomma, qualcosa pare stia cambiando sul fronte dell'approccio alla cultura in piazza Grande e - di conseguenza - ai vertici della cassaforte rappresentata dalla Fondazione: l'assessore alla Cultura, Andrea Bortolamasi, è sempre lo stesso del 'regno' Muzzarelli.
Giuseppe Leonelli