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Modena, Fdi come Fonzie: non riesce proprio a condannare il Duce

Modena, Fdi come Fonzie: non riesce proprio a condannare il Duce

Se ancora non si riesce a dire che Mussolini fu una sciagura liberticida e immonda per l'Italia, allora è giusto ripeterlo all'ossessione


3 minuti di lettura

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Nei favolosi anni '70, quando il mondo era ancora comprensibile, Dio nonostante i Nomadi non era del tutto morto, la musica si ascoltava sui jukebox, i maschi erano maschi e le femmine erano femmine e il terremoto del relativismo non aveva ancora abbattuto certezze, ideologie e identità di genere, sui televisori del Vecchio e del Nuovo Continente rimbalzavano i giorni lieti di Happy Days. In quel mondo addomesticato, in quella sorta di Truman show senza dietro le quinte, con famiglie da Mulino bianco e balli di fine anno, il massimo della ribellione era rappresentato da Arthur Fonzarelli. Fonzie, il bullo dal cuore d'oro che faceva innamorare tutte le ragazze, con giubbetto di pelle nera e motocicletta luccicante, aveva un unico grande tallone d'achille: non riusciva proprio a pronunciare la frase 'ho sbagliato'.
Gli era impossibile. Balbettava, arrossiva e alla fine rinunciava.Ebbene, 50 anni dopo, nel mondo imploso della velocità fine a se stessa e delle multipolarismo schizofrenico, quella disfunzione logopedica di Fonzie è stata ereditata dal primo partito italiano. Fratelli d'Italia, almeno a Modena, per quanto si cimenti in titanici sforzi, per quanto metta a dura prova le proprie granitiche fibre romane, proprio non riesce a pronunciare una condanna univoca a chiara nei confronti del Duce.
Sono passati 80 anni, ormai non ci sarebbero problemi a gettare nell'oblio della censura eterna il dittatore fascista, eppure niente. I Fratelli d'Italia di casa nostra non ce la fanno. Riescono a dire che 'non è la priorità', che 'è anacronistico parlarne', che 'non c'è più destra e sinistra', che il 'cielo è azzurro tranne quando tramonta il sole', che 'l'acqua bolle a 100 gradi, ma in montagna anche a 95' e altre riflessioni argute del genere... Ma prendere definitivamente le distanze da Benito Mussolini, proprio è impossibile.Ne è la dimostrazione la mozione presentata da Forza Italia a Carpi per chiedere la revoca della cittadinanza al Duce. Un documento talmente banale da non dover nemmeno far discutere e invece no. Fdi non interviene, il segretario provinciale Pulitanò, il consigliere regionale e comunale Arletti moglie del senatore e capo indiscusso del partito Barcaiuolo, sempre pronti a intervenire su ogni tema dello scibile umano, tacciono. E il partito, salvo auspicabili sorprese, si prepara a votare contro in Consiglio a Carpi.
Così come tacciono una fetta della Lega (tranne il referente carpigiano che si è espresso contro la mozione) e degli ex An forzisti, comunque rappresentata da entristi meloniani.
Il povero forzista Michele De Rosa che ha osato spaccare il centrodestra, sta subendo nelle chat della destra, nelle telefonate informali, ogni genere di reprimenda, si investiga sul suo passato, si escogitano dossier e si delegittima la sua figura. Tutto questo per giustificare la bocciatura della mozione, a dispetto di buon senso e valori costituzionali.
Allora, davanti a questa ritrosia, è proprio il caso di accendere i riflettori su questo atteggiamento. Altro che anacronistico. Se ancora non si riesce a dire che Mussolini fu una sciagura liberticida e immonda, con le sue leggi razziali, per l'Italia allora è giusto ripeterlo all'ossessione e deridere ed emarginare - come la Carta costituzionale impone - coloro che lo negano. Basta una parola chiara e nessuno ne parlerà più, ma quella parola non arriva. Anzi, rispetto alle speranze iniziali di un cambiamento da parte della Destra italiana, come indicato a suo tempo dalla svolta di Fiuggi, fa sempre più fatica ad arrivare. A Modena e non solo. Allora, fino a quando il Duce sarà un argomento tabù per Fratelli d'Italia, fino a quando la seconda carica dello Stato si vanterà di tenere in casa il suo busto pelato da far pietà, una vera alternanza nel territorio emiliano non solo sarà impossibile, ma - purtroppo - nemmeno auspicabile.

Giuseppe Leonelli
Foto dell'autore

Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato vicedirettore...   

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